venerdì 16 marzo 2012

Romanzi a New York #83: L'America non Esiste


Avevo accennato in un precedente post, quello dedicato al libro Gli Italiani di New York di Maurizio Molinari, di come l'ultima ondata di emigrazione dall'Italia avvenne negli Anni 50. In quella stessa recensione tra gli italiani d'America si citava il professor Antonio Monda che insegna alla New York University e che incontriamo qui come ottimo scrittore. L'ultimo romanzo di Monda è ambientato proprio in quegli anni 50, quando a New York approdano Nicola e Maria, fratello e sorella originari di un piccolo paesino del sud Italia. I due vengono accolti con affetto dal cugino del loro padre defunto, che gli offre un lavoro da portinai nel condominio di Brooklyn in cambio dell'alloggio.
E qui comincia l'avventura.
Nicola non la prende bene, fatica ad adattarsi e reagisce male al cambiamento. Considera l'America un paese difficile, rozzo e volgare e gli va di traverso sin dal primo impatto: "La statua di cui parlava sempre il comandante, che conosceva la lingua di tutti gli emigranti, gli sembrò un monumento retorico e pesante: una donna verde con un libro, una torcia e un'assurda corona in testa".
Lo zio, un entusiasta, li va a prendere sulla sua Cadillac e indicando dal finestrino gli riassume la città: "Quello è l'Empire State Building, il grattacielo più alto di New York, non è bellissimo? Pensate che è stato costruito quando la gente, per sopravvivere, scendeva in strada a prendere la minestra. Questo è il bello dell'America. La puoi attaccare, umiliare, mettere in ginocchio, ma non muore mai."
Maria invece, un pò sognatrice, un pò rassegnata, in qualche modo si adagia, con atteggiamento indifferente alla nuova vita. La ragazza, all'inizio restia ad allontanarsi dal suo microcosmo di quartiere, conoscerà la citta grazie a Nathan, un attore spiantato, che la guiderà tra le bellezze e la magia dei quartieri, dei grattacieli, consentendo peraltro all'autore di esprimersi in emozionanti descrizioni della città, chiaramente condite da esperienze e sensazioni autobiografiche.
L'altro protagonista della storia, Nicola, più sanguigno, preferisce non vagare tra le architetture miracolose ma inizia a collaborare con il mondo della boxe, quella di Rocky Marciano, il campione del mondo dei pesi massimi che si ritirerà imbattuto nel 1956.
Anche Nic vivrà il suo amore, allontanandosi dal bordo ring grazie a Tess, una gallerista che lo introdurrà nel modo culturale degli scrittori, e di registi come Elia Kazan.
Sono anni in cui a New York sta accadendo di tutto, la spinta del dopoguerra fa esplodere l'arte e la creatività, New York grazie all'opera di una mecenate come Peggy Guggenheim e ad artisti quali Pollock e Rothko, tanto per citarne un paio, è diventata la capitale dell'arte spodestando Parigi. 
L'America, "il posto dove tutto prima o poi accade", spariglia le carte e segna la vita e il futuro dei due giovani e l'energia della città, raccontata da Monda attraverso i destini incrociati dei ragazzi, ci confermano una cosa: New York è sempre lo scenario ideale per un romanzo. 
L'America non esiste, Antonio Monda, Mondadori, 2012