mercoledì 8 dicembre 2010

Romanzi a New York #21: Paradiso Boulevard


Cosa succede a un giovane immigrato di origini siciliane che decide negli anni 50 di abbandonare New York City e tentare la fortuna a Hollywood? Ce lo racconta Rudy Paradiso, classe 1925, sulla cui vera età e identità si può nutrire più di qualche dubbio, ma poco importa.
Chi frequenta questo spazio web potrà facilmente obiettare che la storia è ambientata molto a Los Angeles e poco o nulla nella Grande Mela, ma il legame con questa città, i continui riferimenti, la provenienza dell'autore-protagonista, le ricorrenti citazioni su New York (si parla anche del libro di John Dos Passos, vedi qui) fanno di Paradiso Boulevard un romanzo "metanewyorchese" con battute efficaci sulla città, come quando il padre del protagonista ricorda che "Arrivai con la nave, vidi la Statua della Libertà e pensai meravigliato: questi americani sono così ricchi che le opere d'arte non le tengono nella piazza del paese, ma in mezzo al mare".
La storia di Rudy, che sbarca il lunario come traduttore-accompagnatore per gli sposini immigrati, è la storia di un giovane attaccabrighe, insolente, sfrontato, geniale narratore di storie e aneddoti e quindi destinato al successo come sceneggiatore di Hollywood. Vive con la sua ragazza Joyce, anche lei sceneggiatrice, colta ma senza talento, che si guadagna lo stipendio come guardarobiera.
Tra scazzottate con Frank Sinatra, reo di prendere in giro - proprio lui - gli italiani, e chiacchierate con un John Wayne in preda ai fumi dell'alcol, Rudy coglie al volo le occasioni che i produttori gli offrono. Ma tutto ha un prezzo e il conto lo presenta il maccartismo, quella caccia alla streghe contro i comunisti e presunti tali che flagellò il mondo culturale dell'America anni 50.
Per sopravvivere bisogna tradire tutto, amici, ideali, amori e lo scanzonato Rudy dovrà prendere decisioni difficili.
Il punto di vista newyorchese va e viene nel corso della narrazione e la caratterizza: "Ammiravo i banani arroventati lungo la strada e mi godevo la vista di quel cielo occidentale, mobile e immenso, pensando con sollievo a quanto fosse lontano il freddo di New York".
Rudy, l'italoamericano Rudy, si accorge presto di come sono diversi da quelli di New York i "californiani di Sicilia" : "A New York lavoravano duro per sentirsi all'altezza degli americani, a Los Angeles si immaginavano migliori, coltivando la loto diversità... gli italiani della West Coast erano così, avevano preso le manie di grandezza degli americani".
La scrittura di Paradiso scorre spedita, asciutta, a metà strada tra l'hard boiled di Mickey Spillane e la disperazione creativa di John Fante e tra maneggioni, donne fatali, baristi, spioni, lacché e magnati hollywoodiani le trecento pagine scivolano via verso un bel finale.
Paradiso Boulevard, Rudy Paradiso, Lindau, 2010