Per la serie parliamo di me... è stato stampato a cura dall'Associazione "Gli Amici del Mare" il volume "Il Viaggio di chi non parte" che raccoglie i racconti brevi dell'omonimo concorso letterario, promosso in collaborazione con la Tirrenia Compagnia Italiana di Navigazione, che ha visto il mio testo "Nino, Nanda e Francesco" classificarsi al secondo posto.
Il tema era il lavoro degli uomini di mare dal punto di vista di chi rimane ad aspettare.
Questo il testo del racconto, che ho piacere di condividere con chi segue il mio blog:
"Nino, Nanda e Francesco"
di Francesco Argento
Napoli, 21 agosto 1962.
«Dai, Francesco, saluta a papà».
La nave Sardegna partirà in
serata per Palermo e stavolta, dopo un lungo periodo di sbarco, si porta via Nino,
il papà.
«Mi raccomando, non dare pensieri
a mamma»
Sempre la stessa frase, che più
che preoccupazione esprime certezza. La certezza di un lavoro.
Nino fa il Primo Cameriere dal
1957, un giorno spera di diventare Maestro di Casa. La divisa è impeccabile,
con numerosi ritocchi sartoriali pagati di tasca propria a confermare un
orgoglio di appartenenza alla Compagnia, un segno di rispetto, il cui costo non
sempre è svelato alla moglie.
Il ragazzino, nove anni, si è già
abituato alle assenze del genitore, meglio della mamma Nanda i cui segni di
nervosismo sfociano in una terribile grattata tra prima e seconda al cambio
della 600 bianca. E’ tempo di tornare a casa, sono le 19:00. A Francesco,
seduto al centro del sedile posteriore, la salita di Via Brigata Bologna sembra
più lunga del solito. La mente corre alla giacca di papà lasciata
sull’attaccapanni e a quella preziosa manciata di monete che spesso ci trova
nella tasca destra. In realtà Nino gliele lascia intenzionalmente, agevolando
il piccolo furtarello del bambino.
«Non è educativo!» - gli avrà
ripetuto decine di volte Nanda. A Nino la cosa sembrava tenera e divertente,
quasi un rito propiziatorio al suo ritorno.
Alle 19 e 12 Francesco si
avvicina alla giacca, ma accade qualcosa di imprevisto. Le monete cominciano a
tintinnare da sole dentro la tasca della giacca del papà. Sempre più forte,
sempre di più. Francesco è pietrificato.
«Francesco, dove sei? Dove sei ?
Scappiamo! Il terremoto!». In un attimo
tutti in strada. La terra tremerà ancora, alle 19:21 e alle 19:45. Finalmente,
passata la paura, si torna a casa. La mattina dopo chiama Nino, allarmato dalle
notizie, ma a rispondere al telefono corre Francesco:
«Papà, ti giuro, non te le rubo
più le monete, si muovevano da sole, facevano rumore, era terribile!»
«Stai tranquillo, è tutto a
posto, l’importante è che state bene». E poi, al prossimo imbarco, Nino in
tasca si “dimenticherà” una bella banconota da mille lire. Quella non fa
rumore.
Il Viaggio di chi non parte, Associazione Amici del Mare, 2014
PS: con l'occasione, se avete ancora voglia di leggere qualche riga, ho pubblicato l'edizione annotata del mio racconto "La Luce sul lenzuolo" - la trovate qui - classificatosi al secondo posto nell'edizione 2011 del Premio Coppedé.
PS: con l'occasione, se avete ancora voglia di leggere qualche riga, ho pubblicato l'edizione annotata del mio racconto "La Luce sul lenzuolo" - la trovate qui - classificatosi al secondo posto nell'edizione 2011 del Premio Coppedé.