domenica 17 febbraio 2013

Romanzi a New York #99: Un Uomo Vivo

Il Romanzo per Tutti era una collana quindicinale nata nel 1945 quale naturale seguito della più antica Il Romanzo Mensile, fondata nel 1903.
Realizzata in carta povera, assimilabile a quella dei romanzi pulp d'oltreoceano, con il testo arricchito dalle illustrazioni di Tonelli, autore anche della bella copertina, ha proposto storie d'amore, feuilleton, gialli e qualche escursione nel fantastico. La veste grafica era molto popolare, le pagine erano infarcite di barzellette, giochi enigmistici, aneddoti, storielle umoristiche e pubblicità vere ma ancor più umoristiche, come quella del "Tonico Martinazzi BETA, l'aperitivo radioattivo" che promette "vita sana, vita lunga, vita lieta", perché "è nota la longevità degli abitanti di luoghi fortemente radioattivi".

Tra i vari autori si segnalano nomi di spicco della letteratura mondiale (Guy De Maupassant, Georges Simenon, Dashiell Hammett, Arthur Conan Doyle, nonché Rex Stout e il suo Nero Wolfe, protagonista di Un Uomo Vivo (A Man Alive), pubblicato negli Stati Uniti nel 1947.
Un Uomo Vivo esce in Italia con il n. 4 dell'annata 1952 e ci porta dentro il mondo della moda newyorkese dell'epoca. Protagonista della vicenda è la modella, anzi indossatrice come si diceva un tempo, Cinthia Nieder, nonché ereditiera e talentuosa disegnatrice di modelli che si rivolge al detective dopo aver visto, o creduto di vedere, lo zio defunto tra il pubblico di una sfilata.
Ed è così che Nero Wolfe e il fidato Archie Goodwin, si ritrovano a dipanare un curioso enigma costellato di presunti suicidi, falsi omicidi e veri cadaveri.
Su tutto aleggia l'atmosfera del mondo della moda del dopoguerra, con le sfilate "all'edificio n. 496 della settima Avenue" , (siamo da queste parti), precisamente al dodicesimo piano.
Stout è un ottimo osservatore del mondo che lo circonda, spesso i suoi romanzi scavano nel mondo del business, del commercio e dell'impresa, perché dove c'è denaro spesso ci scappa il morto e le sue ambientazioni vanno oltre la scenografia del delitto. Inquadrano un'epoca, descrivono interi mondi con poche ed efficaci descrizioni, o con qualche battuta pronunciata dai comprimiari di turno.
Ed ecco, quindi, la sfilata: "Quello splendido esemplare di ragazza salì sulla piattaforma, venne al limitare anteriore, nel camminare mostrando il suo eccellente addestramento, poi allargò le mani sui fianchi e disse, con voce chiara e amabile: "seicentoquarantadue". Il seicentoquarantadue era un abito a giacca che sembrava di lana e suppongo lo fosse, di un colore indefinibile come quello di un acero di ottobre."Questo accadeva nella fashion avenue di cinquanta anni fa. Tra un delitto e l'altro, ovviamente.
Senza aggiungere ulteriori informazioni sulla trama (è un giallo e quindi meno si dice meglio è) chiudo con una notazione sulla casa di Nero Wolfe.

Qui, a differenza di molti altri romanzi con il detective panciuto appassionato di orchidee e buona tavola, viene riportato per esteso l'indirizzo della sua abitazione, da dove risolve tutti i casi senza mai (o quasi) uscire: "n. 924 della trentacinquesima strada, lato Ovest." Ora, nel momento in cui scrivo, se vi fate una passeggiata virtuale con Google Maps, la zona è tutto un cantiere e della palazzina in arenaria del detective, di pura fantasia o ispirata a una costruzione esistente che fosse, comunque non c'è traccia. Anzi, a dirla tutta, dubito persino dell'esistenza di un civico n. 924...
Un Uomo Vivo è noto in Italia anche con il titolo Lunga Vita al Morto, con il quale è stato ripubblicato da Mondadori nel 1983 nella raccolta omonima di racconti brevi e nel 2007 nella serie I Classici del Giallo Mondadori n. 1158.
Un Uomo Vivo, Rex Stout, Rivista Quindicinale de Il Corriere della Sera, 1952