venerdì 18 febbraio 2011

Romanzi a New York #37: Questo Bacio Vada al Mondo Intero


Philippe Petit è un funambolo francese che il 7 agosto del 1974 realizzò una grandiosa impresa: percorrere il vuoto tra le Torri Gemelle su un cavo d'acciaio, a 417 mt. di altezza, senza alcuna protezione (per chi volesse approfondire c'è il film-documentario Man on Wire o più semplioemente l'intervista rilasciata dal protagonista a Fabio Fazio in questa puntata di Che Tempo Che Fa nel 2009).
Un'idea folle e geniale, preparata dall'acrobata e i suoi collaboratori per sei anni, con meticolosità, come fosse una grande rapina, o un attentato, ma con ben altre finalità rispetto alla tragedia del 2001: "Nelle notti d'insonnia, vagava solitario per le vie smorte del World Trade Center: da lontano, con le luci accese, le torri sembravano una soltanto. Si fermava all'angolo di una strada e si proiettava lassù, immaginandosi nel cielo, sagoma più nera del nero".
Con Questo Bacio Vada al Mondo Intero (Let the Great World Spin) Colum McCann, scrittore già apparso in questo blog nel post #4, racconta sotto la fune di Petit i destini intrecciati di personaggi intensi, coinvolgenti e a volte sconvolgenti.
Siamo nella New York dei primi anni 70, la meno turistica dell'era moderna. Sono gli anni delle strade sporche, di Central Park pericoloso, di Bronx e Harlem pericolossisimi, del Village imbottito di droga, dell'esplosione colorata di tag e graffiti. Eppure nell'aria afosa della città McCann ci porta dentro vite piene di poesia.
Ci si appassiona alla bontà catto-estremista di Corrigan, neomissionario del Bronx, che già da ragazzino nella sua Dublino rubava le coperte dall'armadio per regalarle ai barboni. A New York troverà di che da fare in uno dei quartieri più malfamati della città.
Ci si commuove nel conoscere l'elegante Claire che abita nell'Upper West Side, anzi, lassù come dicono le altre madri che, come lei, hanno perso i figli in Vietnam. E tra queste c'è Gloria, discendente di schiavi, non certo abbiente ma che entra in splendida sintonia con la signora dei quartieri alti.
Conosciamo la vita disperata della prostituta Tillie e di sua figlia Jazzlyn: "Un giorno avevo fatto il bagno a Jazzlyn, avrà avuto qualche settimana. La sua pelle brillava. L'ho guardata e ho pensato che la parola "bellezza" era nata proprio insieme a lei. L'ho avvolta in un asciugamano e le ho promesso che non avrebbe mai battuto il marciapiede".
Riuscirà nel suo proposito?
E poi ci sono Blaine e Lara, artisti del Village quando era pieno di artisti, i giovani programmatori che da Palo Alto in California lavorano a quello che diventerà internet, ma per adesso si servono della tecnologia per scoprire se il funambolo ce la farà o no.
Il montaggio incrociato della narrazione, che un giovane lettore non esiterebbe a descrivere come ripreso dai film di Tarantino (anche se noi sappiamo che il padre di tutto questo è John Dos Passos), rende la lettura scorrevole, arricchita da una passione permeata di quando in quando da una leggera ironia con la quale l'autore racconta l'anima dei personaggi, riuscendo a suscitare empatia nel lettore con tutti i protagonisti, a prescindere da con chi ci si possa, o voglia, identificare.
La sapiente distribuzione territoriale ed etnica di storie e vicende, gli incroci obbligati nella geometrica mappa di New York offrono numerosi spunti per una descrizione appassionata della città, che coglie i suoi aspetti interiori in maniera sublime: "Venire in questa città era come entrare in un tunnel, ha detto, e scoprire con sorpresa che la luce alla sua estremità non era importante; a volte era proprio il tunnel a rendere tollerabile la luce".
Questo Bacio Vada al Mondo Intero si chiude con un epilogo ambientato nel 2006 e qui McCann mostra, ancora una volta, il suo talento. Introduce un paio di nuovi personaggi (beh, una già intravista...) e chiude il cerchio con sentimento e un filo di plausibile speranza. Non tradisce quel senso di fragilità della vita e di forza necessaria alla sua difesa che scorre lungo tutto il romanzo, un concetto che vale per noi tutti, ma forse vale ancora di più a New York City: "Uno dei prodigi di New York è che, da ovunque tu venga, pochi minuti dopo l'atterraggio ti appartiene già".
Questo Bacio Vada al Mondo Intero, Colum McCann, Rizzoli, 2011