venerdì 22 luglio 2011

Romanzi a New York #57: L'Età dell'Innocenza


Dimentichiamo per una volta la New York di fine ottocento dell'immigrazione, dei quartieri malfamati, delle gang e dei delitti sotto i lampioni a gas raccontata in tanti romanzi, per immergerci nella lettura del più bel libro che sia mai stato scritto sull'aristocrazia newyorchese del XIX secolo.
Edit Wharton (1862-1937) figlia dell'alta borghesia di New York, è stata una delle scrittrici più raffinate dei primi del 900 e L'Età dell'Innocenza (The Age of Innocence), insieme a Ethan Frome, è uno dei suoi capolavori. La storia si basa sull'impossibilità di un amore, a causa delle regole sociali dell'epoca, tra la contessa Ellen Olenska di ritorno a New York dopo un matrimonio fallimentare e Newland Archer, brillante avvocato dal futuro sentimentale già programmato con la fidanzata May Welland.
La vicenda appassiona ed emoziona, cala il lettore in un'atmosfera raccontata con classe ed eleganza straordinarie. Riti, colori, cerimonie, cene ed inviti, sottintesi e sottigliezze, tutto è curato nel particolare, così come sono dettagliate le descrizioni di residenze ed arredi. La lettura di questo libro si rivela preziosa non solo sotto l'aspetto narrativo ma fornisce un quadro molto esauriente di una New York esclusiva e, non ultimo, costituisce uno strumento d'informazione eccellente per l'architettura, anche d'interni, della città così come era prima dell'avvento dei grattacieli: "Di per se stessa la casa era già quasi un documento storico, per quanto non fosse poi così veneranda come certe vecchie palazzine di famiglia, del più puro stile 1830, che si trovavano nella University Place o nella Quinta Strada, e che internamente erano una severa armonia di tappeti e ghirlande di grosse rose, consolles di palissandro, caminetti con aperture circolari e mensole di marmo nero, enormi librerie di mogano a vetri."
Dopo un'iniziale disorientamento, dovuto all'immaginario collettivo della New York frenetica di oggi, alla quale siamo abituati da film, telefilm e servizi dei TG, ci si cala alla perfezione nel modo di pensare aristocratico delle famiglie del romanzo e si potrà anche provare a prevedere le mosse dei protagonisti e lo scorrere degli eventi. Dico provare perché la Warthon non è mai banale e porta avanti la storia non solo in maniera plausibile ma sa dare all'imprevedibilità del destino e alla natura dei sentimenti una pienezza narrativa illuminata, ricca di sfumature in ogni personaggio e situazione. "Poi la contessa si alzò e, attraversando da sola il largo salotto, sedette ala fianco di Newland Archer. In un salotto di New York non usava davvero che una signora si alzasse e lasciasse un gentiluomo per cercar la compagnia di un altro. L'etichetta le imponeva di aspettare immobile come un idolo che gli uomini, se desideravano parlare con lei, si avvicendassero al suo fianco."
La storia copre un lungo arco di tempo, come è giusto che sia quando si narra di grandi amori e che questi amori siano consumati o meno importa poco, se non nulla.
Newland e Ellen non si dimenticheranno mai l'uno dell'altra e noi stessi, alla fine del romanzo, non li dimenticheremo facilmente.
In queste recensioni non sempre faccio riferimento ai film che vengono tratti dai libri ma in questo caso la circostanza si rivela interessante, non tanto per la qualità del film, comunque eccellente, diretto da Martin Scorsese nel 1993 ma quanto per il fatto che a dirigerlo sia stato lo stesso regista di Gangs of New York, tratto dal libro di Herbert Asbury che raccontava il lato oscuro e sanguinario della New York ottocentesca e che l'attore protagonista sia sempre lo stesso, il bravo Daniel Day Lewis capace di fondere nel suo volto spigoloso le due anime della città: quella elegante dell'avvocato Newland Archer e quella violenta di Bill "Il Macellaio" Cutting.
L'Età dell'Innocenza, pubblicato in America nel 1920, è arrivato per la prima volta in Italia nel 1960 grazie alle edizioni Feltrinelli e in tempi recenti è stato riproposto come classico da varie case editrici.
L'Età dell'Innocenza, Edit Wharton, Rizzoli, 2008