sabato 15 gennaio 2011

Romanzi a New York #32: Vita


Essere una scrittrice di talento e scovare nelle generazioni passate della propria famiglia una storia di emigrazione è come ricevere un'eredità, un'eredità molto più preziosa di tanti beni materiali.
Melania Mazzucco, una delle nostre autrici più dotate e premiate, ascolta i racconti del padre Roberto e dello zio cieco Amedeo sulle vicissitudini di Diamante, un maschietto di dodici anni e Vita che di anni ne ha nove. I due figlioli partono nel 1903 da Tufo di Minturno in provincia di Caserta per raggiungere lo zio Agnello, padre della bimba e zio del ragazzino.
La prima tappa americana è quella delle forche caudine di Ellis Island, l'isola al largo di Manhattan dove gli immigrati venivano sottoposti a controlli severi, quando non impietosi e brutali, col rischio di essere marchiati con una bella X sulla schiena e rimandati in patria.
E qui inizia l'epopea dei due antieroi del libro, e di altri memorabili personaggi: Rocco, Nicola detto Coca Cola, Cichitto, Lena, Geremia, tutti tra le vie - all'epoca - più malfamate della città.
Lo zio Agnello abita a Prince Street, oggi una delle strade più chic di Soho, e subaffitta a parenti e affini perché "ha sempre avuto il desiderio acuto dei dollari" e Vita viene messa subito al lavoro: "Oggi ha cucinato Vitarella".
Il quartiere è segnato dal confine di Houston Street, oltrepassato il quale fuori i locali fioriscono i cartelli No Niggers, Dogs, Italians (devo tradurre?).
Ma i ragazzini, si sa, sono ragazzini, e se ne vanno in giro. E con il loro sguardo l'autrice racconta la New York dei primi del Novecento dal punto di vista, non certo privilegiato, degli immigrati italiani.
Ci sono i grattacieli in costruzione e Diamante e gli amici violano i cantieri, si arrampicano, sognano di arrivare in cima, magari solo per sputare giù. E scoprono la città, quella vera, non distante ma che sembra tanto lontana dai "casamenti".
"Passarono sotto un arco con la scritta Macy's ed entrarono nel regno della luce. Vita non aveva mai visto un luogo simile, né lo avrebbe visto negli anni successivi. Non avrebbe più varcato il confine di Houston Street."
Eh già. Nella storia, come prevedibile, non c'è solo stupore e avventura. Sopraffazione, malattie e decessi, patimenti e povertà, delinquenza, analfabetismo, le difficoltà dell'amore sono temi e vicende affrontati con schiettezza, ma anche con grande umanità, con un senso di "cruda dolcezza" che in più occasioni stempera le situazioni drammatiche senza cadere nel melenso.
E questo ha aiutato non poco a superare quella mia istintiva vigliaccheria da lettore che fugge dall'angoscia delle storie familiari e di vita quotidiana - quasi sempre drammatiche quando finiscono su un romanzo - in favore di altri generi narrativi.
Vita, scritto nel 2003 e recentemente ristampato nella collana "Extra" della Bur Rizzoli (l'immagine si riferisce alla mia edizione, quella del 2007) si avvale di una ricerca approfondita dell'autrice, di capitoli contemporanei con acute osservazioni sul cambiamento della città, di lettere, fotografie e documenti inseriti nel romanzo, recentemente ristampato nella collana "Extra" della Bur Rizzoli
Una stesura complessa, rigorosa ma emotiva, con il personaggio del titolo vero e indimenticabile (forse indimenticabile perché vero).
Vita, Melania Mazzucco, Bur Rizzoli Extra, 2010