venerdì 14 gennaio 2011

Romanzi a New York #31: Da Brooklyn al Pianeta di Controllo


Da Brooklyn al Pianeta di Controllo (The Identity Plunderers) è un romanzo atipico che mescola la fantascienza al poliziesco, quasi due romanzi in uno, con la scommessa letteraria di far ricongiungere il tutto in maniera plausibile.
La scommessa, alla fine, sembra vinta solo parzialmente, diciamo che si rientra in possesso della giocata e forse ci scappa pure una bevuta.
Il numero 980 della serie Urania è il primo lavoro di Isidore Haiblum, scritto nel 1984, anno del primo Terminator, una coincidenza che, letto il libro, si potrebbe anche definire non casuale.
Haiblum mostra una buona dimestichezza nella gestione dei temi fantascientifici quali pianeti governati da umanoidi, umani dal cervello lavato ("I Nulli”), cyborg, un lui e una lei in fuga da un pianeta-prigione e quant’altro appartiene alla tradizione di questa serie della Mondadori.
La parte terrestre della vicenda, dove il reporter Ross Block indaga su un omicidio, risulta più convincente, soprattutto negli elementi newyorkesi e nel ritmo.
Il giornalista vive e lavora nella Manhattan degli anni ‘80, quando New York si stava pian piano rifacendo il look dopo la parentesi "sporca, cattiva e pericolosa" dei '70: “La baciò sul naso, si alzò, andò alla finestra. Quattro piani più sotto c’erano West Broadway e Soho, il quartiere degli artisti di Manhattan Bassa. Bar ben messi, ristoranti non ordinari, qualche boutique chic e molti portici che si facevano concorrenza per attirare l’attenzione”.
E anche Brooklyn, il luogo d’origine del protagonista, dove torna per indagare dopo molti anni, mostra il cambiamento in corso: “La Brooklyn che lui conosceva non c’era più. Niente casamenti anneriti che si affollavano sui marciapiedi. Niente panni stesi ad asciugare nei cortili. C’erano invece, dappertutto, certi edifici alti, di mattoni gialli, molto simili a scatoloni: palazzi d’appartementi per ceti medio-bassi. E anche la sopraelevata era sparita.”
I capitoli, rigorosamente alternati tra ambientazione galattica e metropolitana, si susseguono con una buona quantità d'azione che tiene su il ritmo della storia. Lo scrittore prova a spiazzare il lettore con cambi di marcia improvvisi tra sogno, realtà, perdite e ritrovamenti di memoria, sino ad un finale che, non senza qualche fatica narrativa e ripetuti colpi di scena, riconnette il tutto.
Da Brooklyn al Pianeta di Controllo rimane un esperimento interessante, una sorta di fantapulpdetective che pur non memorabile si fa leggere con curiosità.
Da Brooklyn al Pianeta di Controllo, Mondadori Urania n. 980, 1984