mercoledì 22 febbraio 2012

Romanzi a New York #77: L'Ombra Ribelle


Nel corso del tempo il flusso migratorio dall'Europa all'America è stato costante e massiccio, a volte di proporzioni bibliche. In un periodo della storia del Novecento, in quegli anni che precedettero la Seconda Guerra Mondiale, c'è stata però una forma particolare di emigrazione.
Silenziosa, discreta e preoccupata piuttosto che speranzosa.
Stiamo parlando di quella borghesia intellettuale che cercava una via di fuga davanti al dilagare del totalitarismo. I protagonisti di questo fenomeno, soprattutto i più giovani, hanno vissuto con disagio questo sradicamento dalle loro origini e si sono trovati di fronte una New York che non corrispondeva all'immaginario di chi andava lì per realizzare i propri sogni, ma una città spietata, che se ne può anche infischiare di quello che eri e che facevi prima, perché lì, nella terra delle opportunità si riparte tutti da zero. Tania Leshinsky, nata da genitori russi e cresciuta in Germania, racconta ne L'Ombra Ribelle (The Rebellious Shadow) la storia, certamente ricca di riferimenti autobiografici, di Anne Dornbergh, pittrice austriaca colta, intelligente e di ottima famiglia, ma inquietata e angosciata dal distacco: "Mia madre ed io giungemmo in America nel 1939. Sul Normandie. Quello che più tardi bruciò. Bella, magnifica nave. Ma il nostro viaggio fu molto triste. Il perché non lo sapevo dire. Ero troppo piccola per capire. Ma quando, nelle primissime ore del mattino, corsi fuori sul ponte e vidi le torri di Manhattan venirci incontro attraverso la nebbia grigia e trasparente - come mostri medievali, minacciosi, opprimenti, spaventosi - e quando mi trovai là, sola - mia madre dormiva ancora in cabina - tra la folla silenziosa, terribilmente silenziosa, che fissava la nuova terra dove sarebbe dovuta vivere - io mi sentti molto triste".
E' uno sguardo inusuale quello della protagonista sulla skyline più ammirata e fotografata del mondo. La città accoglie Anne e, e soprattutto la madre, con durezza: "Ora voi siete in un paese nuovo. Vi dovete ri-di-men-sio-na-re!".
Anne nel corso degli anni (il libro la segue per circa un ventennio) avrà modo di ricredersi sulla bellezza di New York ma la sua vita in città sarà complicata, soprattutto dal momento in cui, a pag. 142, compare sulla scena Robert, lo psichiatra del quale si innamorerà.
A cavallo tra romanzo di formazione e dramma romantico-esistenziale L'Ombra Ribelle, pur con qualche eccesso melodrammatico, è una storia profonda, che parla di giovani che con lo sguardo di oggi ci sembrano vecchissimi. Eppure è un libro che resta nella memoria, così come resta nella memoria una descrizione del Village degli anni 50, contemporanea alla sua fama maledetta: "Andammo in un paio di locali, semibui, surriscaldati, umidi, affollati. Ci sedemmo, pigiati uno contro l'altro, su delle panche di legno, mentre una musica rumorosa e volgare ci intronava le orecchie, e poi, le ondate di calore dei corpi umani e il puzzo d'olio fritto da pochi soldi e di disinfettante per i servizi igienici e di sudore invano deterso, e l'odore di caffè, di birra, di whisky, infine vaghi sentori di femmina, aspri di maschio - tutto contro di noi, a inghiottirci, a nausearci, ad eccitarci."
Il volume, pubblicato nel 1960 nella collana "Il Bosco" di Mondadori, non è stato più ristampato e quindi, anche in questo caso, caccia aperta su ebay o sulle bancarelle dell'usato.
L'Ombra Ribelle, Tania Leshinsky, Arnoldo Mondadori Editore, 1960