sabato 8 gennaio 2011

Romanzi a New York #29: New Thing


Tra il jazz e New York c’è un legame fortissimo e gli scrittori lo sanno bene. Nei romanzi di ambientazione newyorchese c’è chi cita una canzone, chi un locale, chi un musical, chi fa di un jazzista uno dei protagonisti, chi mette il jazz nel titolo, chi ne fa una sorta di sottofondo per la vicenda, chi mette dentro tutto o quasi quello che ho citato.
Ma c’è anche chi, come nel caso di Wu Ming 1 alias Roberto Bui (Wu Ming è un collettivo di scrittori, se volete saperne di più cliccate qui), fa del jazz non solo l’asse portante della storia ma anche dello stile narrativo.
New Thing racconta il periodo più critico per la cultura nera, quei fine anni 60 che hanno visto la nascita del movimento delle Pantere Nere e l’esplosione di un jazz rivoluzionario, il free jazz, la "Cosa Nuova" fuori da ogni canone, suonato nei locali peggiori, quindi migliori, della città.
Il libro si propone al lettore come una jam session narrativa, che ruota intorno al caso del serial killer noto come il Figlio di Whiteman che sceglie le sue vittime tra i musicisti di colore. La narrazione procede per stralci di interviste rilasciate da alcuni "reduci" e registrate dalla giornalista Sonia Langman (sparita all'epoca dei delitti): “Importante quanto l'arrivo di Ornette (Coleman, ndr) a New York fu la Rivoluzione d'Ottobre. Mica quella in Russia, eh. Quella al Cellar Café, sulla 96esima strada lato ovest. Ottobre del 64. The October Revolution in Jazz, un festival di sei giorni organizzato da Bill Dixon...il massimo della capienza era una sessantina di persone, ma in quelle sere era pieno come un uovo di quaglia con dentro un pulcino di struzzo."
E poi articoli dell'immaginario quotidiano Brooklynite, flashback, giri per locali mitici e non (Cellar Café, Slugs, Birdland, Village Vanguard...) e tanti musicisti, neri e veri, con le loro vite leggendarie quanto le loro morti.
Quelli del Black Power e del free jazz sono stati anni di speranza e sofferenza per la comunità di colore: "Nella nostra musica (a parlare è il personaggio di Rowdy Dow, ndr) si faceva la fame. Appena arrivato a New York Pharoah (Sanders, ndr) dormiva nella metropolitana. Rashid Ali dormiva nei parchi e quando finiva i soldi tornava a Phialdelphia."
Di recente l'organizzazione teatrale Margine Operativo ha portato in scena un libero adattamento del libro con lo spettacolo "Omicidi, Jazz & Black Power", una performance sperimentale che ha riacceso l'attenzione su un testo la cui originalità si scopre ad ogni rilettura, magari fatta a nostra volta a salti, a stralci, a seconda dei propri ricordi da lettore, un pò come quando ci viene la voglia improvvisa di ascoltare certi brani, ma solo certi, di qualche album di jazz che abbiamo amato.
New Thing, Wu Ming 1, Einaudi (Stile Libero), 2004