sabato 13 novembre 2010

Romanzi a New York #8: Great Jones Street


Don DeLillo è uno dei più venerati scrittori contemporanei americani. Nato e cresciuto nel Bronx, ha raccontato la società americana in maniera acuta, da osservatore lucido, ironico (e a volte spietato) narrando di media, di religione, di politica con un taglio originale ricco di "improvvisazioni" come accade nella musica jazz, uno dei generi preferiti dall'autore. Anche se ha debuttato nel 1971 con "Americana", in Italia non è stato tradotto prima del 2000 ed è proprio uno dei suoi primi romanzi, il terzo scritto nel 1973, l'argomento di questo post. Si tratta di Great Jones Street, che prende il titolo dall'omonima strada del quartiere newyorchese di Soho. E' lì che si rifugia Bucky Wunderlick, rockstar all'apice della fama, che ha abbandonato il gruppo nel bel mezzo di una tournee per ritrovare sè stesso e sfuggire a quel culto della personalità di cui si sentiva più vittima che protagonista. Così racconta Bucky il suo luogo d'esilio: "Era una strada vecchia. I materiali che la componevano ne rappresentavano a tutti gli effetti l'essenza, il che dava ragione della bruttezza di ogni suo centimetro. Ma quello squallore non era definitivo. Ci sono strade in declino che possiedono una qualità redentrice, cone se accennassero a una possibile evoluzione delle forme, e Great Jones Street era una di quelle strade, perpetuamente sospesa sul ciglio dell'epifania."
Niente grattacieli, niente ponti, niente parchi. Ma un appartamento fatiscente dove i personaggi più disparati vanno a fa visita, o meglio a rompere le scatole, al protagonista, proponendo partite di una nuova droga (che sarà il perno di buona parte del romanzo), richieste di pubblicazioni di inediti, spedizioni punitive.
In più di un'occasione si è affermato che Bob Dylan sia stato preso a modello per ritrarre il protagonista. Il carattere scontroso, gli inediti "The Basement Tapes" rimasti per anni nel cassetto (nel libro si parla di "Mountain Tapes")
Come accennavo DeLillo in Italia è stato tradotto nel 2000 ed è proprio l'edizione di quell'anno che vedete nell'illustrazione, la prima italiana pubblicata da Il Saggiatore nella collana EST, mentre nelle librerie trovate la più recente curata dalla Einaudi.
Great Jones Street, Don DeLillo, Einaudi ET, 2010