sabato 27 settembre 2014

Romanzi a New York #108: Il Grand'Uomo


Che sia possibile, partendo da una recensione su questo blog, riscoprire un libro dimenticato è cosa normale, anzi è una delle mission dichiarate. Ma che il post sia uno spunto straordinario per riscoprire oltre al libro anche uno scrittore, un film, un regista-attore e una cantante, tutti finiti ingiustamente quasi nel dimenticatoio è cosa meno ovvia. Ma andiamo per ordine. 
Il libro: Il Grand'Uomo (The Great Man), anno 1955, è uno dei primi, sicuramente il migliore di quegli anni, che mette al centro della trama il mondo della televisione (e della radio), con le sue corruzioni, le lotte intestine, serrate e feroci, gli accordi sottobanco tra le varie emittenti e i grandi studi di produzione. Protagonista è Herb Fuller, creato - si narra - a immagine di Arthur Godfrey, che dietro le sue buone maniere, i modi affabili, il sorriso stampato, nasconde il vizio, la prepotenza  e la smodata ambizione da diventare un protagonista-imbonitore da milioni di spettatori. E su tutto c'è New York, fotografata da Al Morgan in quella metà degli Anni 50, uno dei periodi più affascinanti della città e della storia d'America. "Sono nel mio ufficio al nono piano dell'Amalgamated Building. Si sta facendo buio. Se mi volto a guardare dalla finestra che mi sta alle spalle vedo il sole che scompare dietro l'RCA Building."
Lo scrittore: Al Morgan (1920-2011), produttore, sceneggiatore, grande esperto di comunicazione, il suo Grand'Uomo è stato paragonato al film Citizen Kane di Orson Welles, e tanto può bastare. Interprete consapevole del cinismo e della spietatezza che caratterizza il dietro delle quinte degli studi radiotelevisivi, ha trasformato in maniera magistrale le sue esperienze in un romanzo che, mai come oggi, è stato piacevole riscoprire: "Le dieci e venticinque, un magnifico momento a New York. Quelli  che usano la città come officina, sono tornati ai loro letti nel Queens, Westchester e Connecticut. I teatri non si sono ancora vuotati e la folla che si diverte non ha ancora cominciato il giro dei locali notturni. Alle dieci e venticinque le strade sono piene di gente meracigliosamente sfaccendata."
Il Film, il regista, l'attore: Da The Great Man viene tratto nel 1956 il film omonimo, diretto e interpretato da Josè Ferrer (1912-1992), di origini portoricane e uno dei protagonisti più dimenticati di Hollywood, premio oscar nel 1952 per il suo Cyrano de Bergerac. The Great Man. rimasto purtroppo inedito in Italia, ci fa vedere in alcune sequenze una New York in bianco e nero da pelle d'oca. Le riprese esterne non sono molte, ma valgono la pena di guardarle su YouTube. Se poi avete pazienza e siete sensibili al New York Style, non disprezzerete neanche gli arredi delle molte scene in studio.
La cantante: nel libro c'è molto jazz, se ne parla, si ascolta alla radio, si mette sul giradischi. Nel film, tra le protagoniste, c'è Julie London. Beh, riscopriamola e riascoltiamola.
Il Grand'Uomo, Al Morgan, Longanesi e C., 1956