30 minuti di anticipazioni, sequenze e commenti d’autore
sufficienti ad incuriosire e a rivelare quanto basta. L’alone di mistero sui
genitori di Peter Parker (Andrew Garfield), il nuovo supercattivo Electro alias
Jamie Foxx, e una regia che alterna supereffetti fracassoni e digitali a
intermezzi spavaldi e irriverenti del protagonista, un po’ meno nerd
che in passato e innamorato-issimo della bionda Gwen Stacy (Emma Stone). NewYork, si sa è una città elettrizzante, e qui lo è anche troppo... innervata di luce dal supercriminale.
A proposito, da vecchio
lettore dei fumetti dell’Editoriale Corrno (L’Uomo Ragno n. 9 “Un Uomo chiamato
Electro”) io Electro lo ricordavo come un rivale con poco appeal e, tutto
sommato, più antipatico che invincibile, anche se sulla copertina lo strillo
annunciava “Un avversario imbattibile –
La sconfitta de L’Uomo Ragno). E invece qui, nel film, la rejuvenation del
cattivo appare eccellente, grazie anche ad effetti speciali mirabili.
Il film di Marc Webb comunque vada sarà un successo,
confezionato alla perfezione, punteggiato da musiche perfette (il maestro Hans
Zimmer, ma anche l’hit man Pharrell), e un’atmosfera generale da grande
intrattenimento è quello che, alla fine, ci si aspetta da un cinefumetto che
vuole essere tale, una sorta di rito per stare insieme a un eroe che oramai ha
più di cinquantanni e al suo ideatore Stan Lee, sempre presente con adorabili
cameo nei film basati sui suoi superereoi.