tag:blogger.com,1999:blog-19630790254527436232024-03-13T13:41:10.243-07:00Romanzi a New YorkStoria delle storie ambientate a New York City. A cura di Francesco Argento.Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comBlogger124125tag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-80562918216753397982021-01-06T03:17:00.009-08:002022-03-24T03:10:12.861-07:00Romanzi a New York #116: In Cerca d'Assassino<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0c9UO533e2M3J76FqeOsVgNPYzA7Nfx-F3feDm2tGqAHyNuCZScSeZ97LceRMTUJi3Zf-ikalf2GFEA5MFu6d0whay1C3J37R-MVdhA__g1BXGOTQVjS7-LjnI92Qmez7z4dgClDPauHY/s457/delitto_new_york.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="457" data-original-width="300" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0c9UO533e2M3J76FqeOsVgNPYzA7Nfx-F3feDm2tGqAHyNuCZScSeZ97LceRMTUJi3Zf-ikalf2GFEA5MFu6d0whay1C3J37R-MVdhA__g1BXGOTQVjS7-LjnI92Qmez7z4dgClDPauHY/s320/delitto_new_york.jpg" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;">Lionel White (1905-1985) è un autore forse non noto al grande pubblico dei lettori, ed è un peccato. Giornalista e scrittore, molti dei suoi romanzi sono stati portati al cinema (<i><a href="https://www.imdb.com/title/tt0059460/?ref_=fn_al_tt_1" target="_blank">La Trappola Mortale</a></i>, 1966, con Glenn Ford, <i><a href="https://www.imdb.com/title/tt0064728/?ref_=fn_al_tt_1" target="_blank">La Notte del Giorno Dopo</a></i>, 1968, con Marlon Brando) e, circostanza non secondaria, Quentin Tarantino sette anni dopo la morte dello scrittore lo ha indicato come ispiratore nei crediti de <i>Le Iene</i>... Detto questo, il romanzo <i>In Cerca d'Assassino</i> è del 1954 ed è arrivato in Italia nel 1956 nella, oramai mitica, serie gialla Garzanti, nota come quella de "<a href="https://archividiuruk.wordpress.com/2014/08/08/collana-serie-gialla-garzanti/" target="_blank">Le Tre Scimmiette</a>". "Clamoroso delitto a New York", recita lo strillo in copertina e protagonista è il tenente Marty Ferries, alle prese con la dura vita del poliziotto che non conosce weekend e tantomeno ferie, lusso che solo "gli altri" si possono permettere. La morte di una cantante di jazz, che il detective accomuna per molti motivi alla figura di sua moglie, determina un cambio di atteggiamento verso il modo di investigare, sino a quel momento freddo e impersonale. E poi c'è New York, la New York di quegli anni, con le sue case di lusso, le sue automobili e quell'atmosfera d un vecchio film visto in una TV in bianco e nero.</div><div style="text-align: justify;">"Omicidio al 560 della Sessantunesima Est. Terzo piano. segnalato da un agente di quel commissariato cinque minuti fa. Muovetevi. E fu tutto. Ci recammo ai quartieri residenziali con una delle Mercury del dipartimento, e guidavo io." La storia scorre verso una clamorosa rivelazione mentre la vita privata del tenente viene sempre più coinvolta nella vicenda. Lionel White è stato un grande scrittore di gialli, capace di delineare situazioni e personaggi con accuratezza e profondità, ed è il caso di riscoprirlo.</div><p style="text-align: justify;"><i>In Cerca d'Assassino</i>, Lionel White, Garzanti, Milano, 1956</p>Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-30886642091238457442021-01-05T00:56:00.004-08:002021-01-05T00:59:47.682-08:00The Lockdown DJ, di Francesco Argento (Frankie Fortyfive)<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjevqPIxWS5ACrtSuet-9b1qArdR7P-sqXxOovXxQejpajqyUPkSj8-wOQtoSxTcprJBtLKrUfW7DEKDJCXlnxGw2P3No9ecrTkMN1nfXgwK_yOMqjf_RBy-5ZOIwp5gGhJcCYF0ZP-IaPc/s429/Cvernedj.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="429" data-original-width="269" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjevqPIxWS5ACrtSuet-9b1qArdR7P-sqXxOovXxQejpajqyUPkSj8-wOQtoSxTcprJBtLKrUfW7DEKDJCXlnxGw2P3No9ecrTkMN1nfXgwK_yOMqjf_RBy-5ZOIwp5gGhJcCYF0ZP-IaPc/s320/Cvernedj.JPG" /></a></div><p><span style="text-align: justify;">Disponibile su <a href="https://www.amazon.it/Lockdown-DJ-Francesco-Argento-ebook/dp/B08RXW4927/ref=sr_1_8?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=the+lockdown+dj&qid=1609836840&sr=8-8" target="_blank">Amazon</a> da Gennaio 2021 il mio racconto giallo in formato
ebook <a href="https://www.amazon.it/Lockdown-DJ-Francesco-Argento-ebook/dp/B08RXW4927/ref=sr_1_8?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=the+lockdown+dj&qid=1609836840&sr=8-8" target="_blank">"The Lockdown DJ"</a>. Per la lettura, una volta scaricato, è sufficiente possedere un tablet, o un telefono cellulare con sistema IOS (Apple) oppure Android e installarci, se già non l'avete fatto, l'applicazione Kindle che troverete sull'Apple Store o su Google Play... Non è pertanto obbligatorio possedere un lettore Kindle. La storia è scritta ed ambientata nella primavera del 2020,
nel momento più duro del lockdown legato alla pandemia del Covid-19 e narra, con ironia e l’atmosfera da commedia gialla,
un tema difficile, che già faceva presagire le grandi difficoltà che si
sarebbero dovute affrontare per lungo tempo e la complessa situazione nella
quale si sono trovati, e ancora si trovano, tutti i dj nel poter svolgere il
proprio lavoro. Il mondo dei disc jockey, e dell’entertainment più in
generale, sarà probabilmente l’ultimo a uscire fuori dalla crisi che si sta
attraversando, e tutti i suoi rappresentanti, consapevoli dei rischi che
provocano gli assembramenti, hanno rinunciato diligentemente alle loro
esibizioni in pubblico dirottando la loro condivisione musicale verso i social,
la tv e, non ultimo anche la scrittura come nel mio caso con l'alter ego di </span><a href="https://www.youtube.com/channel/UCdDwPXyV0v8DSHWnK_Z0zyg" style="text-align: justify;" target="_blank">Frankie Fortyfive</a><span style="text-align: justify;"> con il quale, tra un dj set in streaming e l'altro, provo a raccontare dall’ interno una storia
che spero faccia divertire e comprendere la forza che</span><span style="text-align: justify;">
</span><span style="text-align: justify;">genera la passione per la musica e la sua divulgazione.</span></p><p><span style="text-align: justify;"><i>The Lockdown DJ</i>, Francesco Argento (DJ Frankie Fortyfive), Roma, 2021, € 0.89</span></p><p></p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p><div style="text-align: justify;"><br /></div><p></p>Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-84496329052245619622019-03-06T12:30:00.004-08:002019-10-08T02:42:10.080-07:00Romanzi a New York #115: Martin Mystère: Un Detective al Volante<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRVV-X2rQrK7pm4P0bWdXnNdtvShnWUDbm6Eoz0dOXX__CpeupTX5jtKkHLLE61hyeFNBfZYvyircMUN1Id7kWGrQcaYpVuCUqmXZK0UWoIBHKNaaYzZOyeQ0m2oVr_9fTscCV2N04206C/s1600/IMG_2689.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="746" data-original-width="745" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRVV-X2rQrK7pm4P0bWdXnNdtvShnWUDbm6Eoz0dOXX__CpeupTX5jtKkHLLE61hyeFNBfZYvyircMUN1Id7kWGrQcaYpVuCUqmXZK0UWoIBHKNaaYzZOyeQ0m2oVr_9fTscCV2N04206C/s320/IMG_2689.jpg" width="319" /></a></div>
Washington Mews n.3, nel cuore di Manhattan, a due passi dalla celebre Washington Square, è la residenza newyorchese di <a href="https://www.sergiobonelli.it/sezioni/13/martin-mystere" target="_blank">Martin Mystère</a>, il celebre personaggio dei fumetti creato dal Maestro Alfredo Castelli nell'oramai lontano 1982. </div>
<div style="text-align: justify;">
Martin
Mystère, il Buon Vecchio Zio Marty per gli amici, è un eroe atipico nel
mondo dei comics: colto, poliglotta, esperto archeologo, cultore di
lingue scomparse, bibliomane... Le sue avventure sconfinano nel
paranormale e nel fantastico ma sempre con solide basi storiche,
scientifiche e geografiche. Martin Mystère è un fumetto che intrattiene,
divulga ed appassiona tanto da avere un pubblico di fedelissimi e
altrettanto incuriositi lettori dati i tanti argomenti che vengono trattati
nelle storie. </div>
<div style="text-align: justify;">
Davanti
alla porta di casa di Martin Mystère, luogo reale della Grande Mela, un
piccolo paradiso di tranquillità nel caos della city, abbiamo visto
spesso parcheggiata la sua Ferrari Mondial Quattrovalvole che ha dato lo
spunto per la stesura di questo saggio che analizza il rapporto tra le
automobili e il nostro protagonista, riservando non poche sorprese al
lettore. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il
volumetto, dal formato quadrato, atipico e "mysterioso", è arricchito da
un'intervista al creatore del personaggio, un fumetto inedito e una
sezione tecnico-storica dedicata alla vettura dell'eroe.</div>
<div style="text-align: justify;">
Annunciato a Lucca Comics & Games 2018 e presentato a Lucca Collezionando nel 2019, resta solo da dire, sempre che a qualcuno la notizia possa interessare, che <i>Un Detective al Volante</i> l'ho scritto io, ed è pubblicato e distribuito dall'<a href="https://www.facebook.com/groups/martinmystere/" target="_blank">Amys</a> la celeberrima Associazione dedicata al personaggio creato da Alfredo Castelli.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Martin Mystère: Un Detective al Volante</i>, Francesco Argento, Amys, 2019</div>
Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-62077321402404188292017-04-14T00:07:00.001-07:002018-07-29T07:40:23.643-07:00Romanzi a New York #114: Shaft un detective nero sulle strade di New York<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNhuHTIlb5UdhXCFraywQpZit0WN-gMhU3ykAylAgusVV1AmaJS1QgepHnI58zj8HR5DQRbFAhRFJLYNl_bwSToqLJn0E2OaGMHWUNueaoD-g15GKUoGcNjDSlIeTeYhWScGzsuaFi36yb/s1600/BIGSUR10_Tidyman_Shaft_cover.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNhuHTIlb5UdhXCFraywQpZit0WN-gMhU3ykAylAgusVV1AmaJS1QgepHnI58zj8HR5DQRbFAhRFJLYNl_bwSToqLJn0E2OaGMHWUNueaoD-g15GKUoGcNjDSlIeTeYhWScGzsuaFi36yb/s320/BIGSUR10_Tidyman_Shaft_cover.png" width="205" /></a></div>
<div>
<br /></div>
Qualche mese fa, rientrando in albergo dopo una giornata di lavoro fuori sede, il primo desiderio era quello di mettersi a letto a dormire. Erano quasi le 23 e la stanchezza si faceva sentire. Accesa la televisione per default, il pensiero era quello di usarla come sottofondo di compagnia per una ventina di minuti e poi buonanotte. Mentre mi lavavo i denti un riff di chitarra <i>wah wah</i> ha immediatamente risvegliato i miei sensi, era la <a href="https://www.youtube.com/watch?v=nFvRvSxsW-I">colonna sonora di Shaft il Detective</a> che avrò ascoltato mille volte, così come avrò visto il film almeno quattro volte... eppure era l'occasione perfetta per rivederlo ancora... Tutto ciò per segnalare, ma potrei dire celebrare, la nuova edizione italiana del libro che ha dato l'origine al mito del detective di colore, ovvero <i>Shaft un Detective nero sulle strade di New York </i>di Ernest Tidyman (1928-1984) autore di sette volumi dedicati al poliziotto John Shaft nonché sceneggiatore cinematografico, premio Oscar nel 1972 per <i>Il Braccio Violento della Legge.</i><br />
<div>
La storia del primo romanzo di Shaft è ambientata nella New York sporca e cattiva degli Anni 70, coinvolge mafia italiana, militanti del black power, agenti di polizia dalla dubbia morale in un mix epocale di crimine, razzismo, violenza, qualche intermezzo sexy e colpi di scena. Il tutto all'insegna, evviva, del politicamente scorretto. </div>
<div>
<i>"Cercò di ricordare le ragazze nere fuori di testa che avevano attirato la sua attenzione. Ma gliene venivano in mente troppe. Ce n'erano dappertutto, numerose come quelle coscione ebree del bronx che il sabato sera si radevano i baffi e calavano in frotte in MacDougal Street".</i></div>
<div>
La scrittura di Tidyman è ruvida e affilata allo stesso tempo, capace di raccontare le scene di azione in maniera visuale e immediata, con un linguaggio che cita e richiama la tradizione hard boiled di Mickey Spillane & company. E poi ci sono i mille personaggi di New York, di quella New York vintage filmica e telefilmica, tra hippie metropolitani, neri con le camicie sgargianti, bianchi con i giubbotti di pelle e occhiali rayban a specchio e rigonfiamenti delle pistole sotto i vestiti.</div>
<div>
Una New York da cultura popolare, quella del Village e dintorni dove le strade invece di un numero hanno un nome: <i>"Il caffè gli bruciò la lingua. Aveva comprato i grani nella botteguccia di McNuty in Christopher Street, pochi isolati più in là.Ben tostati. Te lo macinavi tu e sapeva di caffé".</i></div>
<div>
La trama, basata sul rapimento della figlia di un boss, si espande tra guerre criminali e razziali, contornata da una vita quotidiana di piccoli supermercati, taxi malconci, locali di fama discutibile: <i>"In una normale serata del No Name, il barista era costretto a passare almeno tre volte dall'altra parte per scaraventare qualcuno in Hudson Street. Un qualcuno che proclamava a gran voce il proposito di non mettere mai più piede in quel locale del c....".</i></div>
<div>
Il ventottenne John Shaft è considerato l'archetipo del detective di colore, capostipite (anche se non cronologico) di quel fenomeno noto come <i>Blaxploitation</i>, che ha influenzato decine di artisti, dalla musica al cinema alla letteratura alle arti grafiche, e chi vuole respirare un pò di questa atmosfera passi in libreria e chieda di Shaft e se vi rispondono che non ce l'hanno, beh, mandateli a farsi fottere.</div>
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<i>Shaft</i>, Ernest Tidyman, Edizioni SUR, Roma, 2016</div>
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Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-49616313765741555232016-04-10T05:57:00.000-07:002016-04-12T14:59:15.134-07:00Romanzi a New York #113: Tre Stop a New York<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbDaBDEnUG_vQ31qcY5LXabJTv8L9p2X7FPgkAZr2o0YNaGL-vxafEef9ZiP_tna1W_5c1mgvLrr4jyHo4mUZ9M4-iE0qK5NeMlOzcPQ92O9cS79xiY8GE0AAOcM1Y6Ql53OLqkfS7D8-p/s1600/librony.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbDaBDEnUG_vQ31qcY5LXabJTv8L9p2X7FPgkAZr2o0YNaGL-vxafEef9ZiP_tna1W_5c1mgvLrr4jyHo4mUZ9M4-iE0qK5NeMlOzcPQ92O9cS79xiY8GE0AAOcM1Y6Ql53OLqkfS7D8-p/s1600/librony.jpg" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Quello degli scrittori italiani che scrivono romanzi ambientati a New York è quasi una corrente letteraria, un mix di mito e fascinazione che ha aleggiato e continua ad aleggiare intorno a molti protagonisti della narrativa italiana di ogni genere. Senza scavare troppo nel passato possiamo citare Giorgio Faletti, Fabio Volo, Claudia Durastanti, Antonio Monda, Francesco Pacifico e <a href="http://www.elenaper.com/index.htm">Elena Attala Perazzini</a>, la protagonista del post di oggi.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'autrice, classe 1968, è newyorkese d'adozione dal 1997 e nel suo curriculum c'è anche l'incarico di assistente della scrittrice Oriana Fallaci.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Tre Stop a New York</i> esce nel 2009 e racconta le vite incrociate di Susana, una disperata di talento, che canta, spaccia, porta a spasso i cani e nel frattempo butta la sua vita tra un'occasione persa e un'altra. Poic'è Micky, immigrato clandestino, graffitaro (per dirla alla romana...) che le studia tutte per strappare una green card, ma la fregatura è dietro l'angolo e le cose non possono che precipitare. Infine c'è Benjamin, broker, gay, ex mormone, ricco, tutto non necessariamente in quest'ordine. In teoria manca un aggettivo: felice...</div>
<div style="text-align: justify;">
Le tre storie si rincorrono e, inevitabilmente, si intrecciano negli anni in cui il sindaco della Grande Mela era Rudolph Giuliani.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'autrice, all'epoca anche manager di un ristorante, interagisce con i suoi personaggi e con la città. c'è tanta New york e tanti newyorkesi in tutto ciò, forse c'è n'è anche troppa. La cucina etnica, i locali rock, il New York Police Department, la Fashion Week, i grattacieli, la droga, Wall Street, l'immigrazione e non poteva mancare l'11 settembre. La sfida di non finire nel luogo comune, nelle atmosfere risapute è combattuta con buoni risultati anche se non sempre soddisfacenti, c'è qualche compiacimento narrativo di troppo, ma la prosa regge, ha buon ritmo e scandaglia bene, non solo topograficamente, le street e le avenue della città.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>"Corre su Astoria Boulevard e sale al volo sulla linea R. Scende a Prince Street, attraversa Broadway, altri due isolati e ci siamo: Greene Street. La strada della paura. Quella busta piena sul bancone della cucina risolverebbe buona parte dei suoi problemi".</i></div>
<div style="text-align: justify;">
A New York tutto è "più". Più rapido, più intenso, più difficile, più emozionante e potremmo continuare all'infinito. Elena Attala Perazzini illumina i suoi tre protagonisti con la luce della narrazione, pronta ad accendersi sulla vita di molti cittadini di ogni parte del mondo. Ma a New York di più.</div>
<i>Tre Stop a New York</i>, Elena Attala Perazzini, Barbera Editore, 2009Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-24068687353174875052014-12-20T23:52:00.003-08:002014-12-21T00:38:50.598-08:00Digressioni # 8: Nino, Nanda e Francesco<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnvYrsV4HupE0tKHTN1e0FKQDX92TaxHLh-woAx8ISQ-EPne_qgIj9stuJwLHR5XL7bWNFCY0Pxp3W6YaCL983YklHgkECLMRLRTK4Z9HCxIjqNyPabYcRDvJtTDVFCtDL9pWyJ8-t5D4M/s1600/viaggiononparte.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnvYrsV4HupE0tKHTN1e0FKQDX92TaxHLh-woAx8ISQ-EPne_qgIj9stuJwLHR5XL7bWNFCY0Pxp3W6YaCL983YklHgkECLMRLRTK4Z9HCxIjqNyPabYcRDvJtTDVFCtDL9pWyJ8-t5D4M/s1600/viaggiononparte.jpg" height="320" width="220" /></a></div>
<div>
<br /></div>
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<div style="text-align: justify;">
Per la serie parliamo di me... è stato stampato a cura dall'Associazione "<a href="http://amicidelmare2013.altervista.org/">Gli Amici del Mare</a>" il volume "Il Viaggio di chi non parte" che raccoglie i racconti brevi dell'omonimo concorso letterario, promosso in collaborazione con la <a href="http://www.tirrenia.it/it/Pagine/home.aspx">Tirrenia Compagnia Italiana di Navigazione</a>, che ha visto il mio testo "Nino, Nanda e Francesco" classificarsi al secondo posto. </div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Il tema era il lavoro degli uomini di mare dal punto di vista di chi rimane ad aspettare.</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Questo il testo del racconto, che ho piacere di condividere con chi segue il mio blog: </div>
</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-size: large;"><i>"Nino, Nanda e Francesco"</i></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-size: x-small;">di Francesco Argento</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Napoli, 21 agosto 1962.</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
«Dai, Francesco, saluta a papà».</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
La nave Sardegna partirà in
serata per Palermo e stavolta, dopo un lungo periodo di sbarco, si porta via Nino,
il papà. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
«Mi raccomando, non dare pensieri
a mamma»</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Sempre la stessa frase, che più
che preoccupazione esprime certezza. La certezza di un lavoro.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Nino fa il Primo Cameriere dal
1957, un giorno spera di diventare Maestro di Casa. La divisa è impeccabile,
con numerosi ritocchi sartoriali pagati di tasca propria a confermare un
orgoglio di appartenenza alla Compagnia, un segno di rispetto, il cui costo non
sempre è svelato alla moglie. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il ragazzino, nove anni, si è già
abituato alle assenze del genitore, meglio della mamma Nanda i cui segni di
nervosismo sfociano in una terribile grattata tra prima e seconda al cambio
della 600 bianca. E’ tempo di tornare a casa, sono le 19:00. A Francesco,
seduto al centro del sedile posteriore, la salita di Via Brigata Bologna sembra
più lunga del solito. La mente corre alla giacca di papà lasciata
sull’attaccapanni e a quella preziosa manciata di monete che spesso ci trova
nella tasca destra. In realtà Nino gliele lascia intenzionalmente, agevolando
il piccolo furtarello del bambino.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
«Non è educativo!» - gli avrà
ripetuto decine di volte Nanda. A Nino la cosa sembrava tenera e divertente,
quasi un rito propiziatorio al suo ritorno.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Alle 19 e 12 Francesco si
avvicina alla giacca, ma accade qualcosa di imprevisto. Le monete cominciano a
tintinnare da sole dentro la tasca della giacca del papà. Sempre più forte,
sempre di più. Francesco è pietrificato. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
«Francesco, dove sei? Dove sei ?
Scappiamo! Il terremoto!». In un attimo
tutti in strada. La terra tremerà ancora, alle 19:21 e alle 19:45. Finalmente,
passata la paura, si torna a casa. La mattina dopo chiama Nino, allarmato dalle
notizie, ma a rispondere al telefono corre Francesco:</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
«Papà, ti giuro, non te le rubo
più le monete, si muovevano da sole, facevano rumore, era terribile!»</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
«Stai tranquillo, è tutto a
posto, l’importante è che state bene». E poi, al prossimo imbarco, Nino in
tasca si “dimenticherà” una bella banconota da mille lire. Quella non fa
rumore.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>Il Viaggio di chi non parte</i>, <a href="http://amicidelmare2013.altervista.org/">Associazione Amici del Mare</a>, 2014<br />
<br />
PS: con l'occasione, se avete ancora voglia di leggere qualche riga, ho pubblicato l'edizione annotata del mio racconto "<a href="http://romanzianewyork.blogspot.it/2011/07/da-new-york-porta-pia.html">La Luce sul lenzuolo</a>" - la trovate <a href="http://romanzianewyork.blogspot.it/2011/07/da-new-york-porta-pia.html">qui</a> - classificatosi al secondo posto nell'edizione 2011 del <a href="http://www.net1news.org/roma-premiati-i-vincitori-del-premio-letterario-copped%C3%A8.html">Premio Coppedé</a>.</div>
</div>
Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-41669886597009414502014-11-21T22:48:00.001-08:002014-11-22T06:28:40.759-08:00Romanzi a New York #112: Class<div class="MsoNormal">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIyD5RKF1hYrRFVGil-5jwUgrhR1WQVsgMBnpeH0w_VUFR74kQe2haQPqv_Y5U7BJNfQhJFY3W-e8_Twuw0bL1hBKGZAKAK0efp6SEmruAntwYbsCzz4luebhxiBLjCnEsy5MKWHdX_HmO/s1600/COP_Francesco-Pacifico_Vite-infelici-di-romani-mantenuti-a-New-York.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIyD5RKF1hYrRFVGil-5jwUgrhR1WQVsgMBnpeH0w_VUFR74kQe2haQPqv_Y5U7BJNfQhJFY3W-e8_Twuw0bL1hBKGZAKAK0efp6SEmruAntwYbsCzz4luebhxiBLjCnEsy5MKWHdX_HmO/s1600/COP_Francesco-Pacifico_Vite-infelici-di-romani-mantenuti-a-New-York.jpg" height="320" width="224" /></a></div>
E’ evidente a tutti, soprattutto a quelli che frequentano
questo blog, che il lettore abituale di romanzi ambientati a New York è una
persona che subisce il fascino della città, a prescindere dal fatto che l’abbia
mai visitata o meno. La seduzione che esercita New York City non è solo un
fatto emozionale, molti di noi hanno sognato di viverci, alcuni ci sperano ancora, altri lo desiderano per i propri
figli. E questo non solo per le opportunità e per il loro futuro, ma per la speranza di
farli vivere in una città che funziona, che stimola la mente, che dà energia,
dove la sensazione di continua manutenzione delle piccole e grandi cose si
tramuta in energia per le persone che ci vivono e ci lavorano.</div>
<div class="MsoNormal">
Eppure esiste un lato oscuro di questo desiderio del "vado a
vivere a New York", che a volte nasconde, neanche tanto velatamente, un “così vi
faccio vedere di cosa sono capace”. Una zona d’ombra impersonata da una
generazione velleitaria e al tempo stesso un po’ smidollata e raccontata alla perfezione da Francesco Pacifico, nato nel 1977, in “Class”, suo ultimo romanzo edito da
Mondadori. La storia è quella di due giovani sposi, Lorenzo e Ludovica, che lasciano Roma e la loro casa al Pigneto per trasferirsi a New York City. Lui, Lorenzo,
dottorando in filosofia che di mestiere dichiara essere “film maker” dopo aver vinto un premio comunale con un cortometraggio, ottiene (grazie agli zii professori universitari...) una borsa di studio per gli States per tentare di mettere a frutto il presunto, molto presunto, talento
di documentarista. Lei, Ludovica, ragazza sempre attiva, collaboratrice di
società di consulenza, barista e dogsitter a tempo perso, la sua paga se l’è
sempre guadagnata, ma per andare a vivere a New York, anche solo per qualche anno ci
vuole molto di più. E, soprattutto, abbandona la libreria aperta dal padre nel bel quartiere romano di Trieste. E quindi i papà e le mamme dei due aprono borsa e portafogli e a suon
di bonifici sostengono la sfida coniugale oltreoceano di questi due esponenti
di una nuova generazione perduta, una <i>Lost Generation</i> il cui degrado non è la
droga o l’alcol ma la velleità mai sorretta dalla sostanza, dal vero talento,
ma neanche dal senso di responsabilità. </div>
<div class="MsoNormal">
Pacifico mescola bene la tradizione del romanzo di famiglia tanto in voga nell'ottocento e i nuovi ritmi e linguaggi letterari della nuova scuola americana, quella di Jonathan Frantzen e David Foster Wallace per intenderci, e il sottotitolo del libro <i>“Vite infelici di romani Mantenuti a New York”</i>, illuminante quanto
impietoso, la dice lunga. I due ragazzi sono ragazzi “bene” ma non danno mai l’impressione di
fare la cosa giusta, se non scegliere uno dei quartieri di New York più di
tendenza dove andare a vivere, Williamsburg, più semplicemente “Willy” dove si
mescolano giovani di tutte le estrazioni sociali, dove sotto casa c’è un
negozio di vinili, un altro dove vendono e riparano le biciclette, mezzo ideale
per le streets pianeggianti della zona. </div>
<i>"Nel traffico scorrevole del ponte di Williamsburg la scriminatura tra Lower e Downtown Manhattan le si fa incontro col domino degli highrise marroni di Houston Street, e lascia intravedere i primi ristoranti cinesi e i murales sulle facciate senza finestre, in un giorno così "crisp" dice a sua madre nella conversazione immaginaria che non ha smesso per tutto il viaggio, mentre piagnucola, mom it's so crisp today, you'd love it, che tempo fa Ludo?, Oh it's gorgeous, mom". Ora anche la mamma parla inglese: Can yyou see the Gehry's Building from up there?"</i><br />
Siamo nel regno dei <i>wannabees</i> tutti sognano, alcuni con vera convinzione, che in futuro saranno famosi in uno dei tanti campi che la città
offre (questo sì, New York da la possibilità di essere famosi anche in settori
e mestieri da noi pressoché sconosciuti). La frustrazione è dietro l’angolo,
coperta dal velo di bonifici che arrivano da Roma. Lorenzo e Ludovica sono i neo-perdenti di lusso di questa generazione, sfigati superficiali e pretenziosi che finiscono travolti dalla realtà di un benessere mai guadagnato veramente e che, lentamente ma non troppo, svanisce e li mette di fronte alla loro umana inconsistenza.<br />
<i>Class</i>, Francesco Pacifico, Mondadori, 2014Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-38972677029506309182014-10-25T06:07:00.001-07:002014-11-09T23:14:24.455-08:00Romanzi a New York #111: In Cerca di Mr. Goodbar<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH5BjzQWqRO_ESvTtw89eNlU6zxUGjHo0j6VbFgSL8E0S8-cgLCsscZwZJn-28Xm0_AQeIogUYtYzYUaLha1IJjCTRng8foW-Bn9s9vl3VJAgX8WE3ee_MQIpKsq0QxJCUAaFcgp55TPJL/s1600/goodbar.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH5BjzQWqRO_ESvTtw89eNlU6zxUGjHo0j6VbFgSL8E0S8-cgLCsscZwZJn-28Xm0_AQeIogUYtYzYUaLha1IJjCTRng8foW-Bn9s9vl3VJAgX8WE3ee_MQIpKsq0QxJCUAaFcgp55TPJL/s1600/goodbar.jpg" height="320" width="216" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Uno dei casi di omicidio più eclatanti della cronaca newyorkese è stato quello di <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Roseann_Quinn">Roseanne Quinn</a>, qualificatissima insegnante in un college per sordomuti, che però nascondeva una doppia vita fatta di frequentazioni di single bar e di ripetute avventure sessuali con uomini che la maggioranza delle donne avrebbe definito rozzi e poco attraenti. Uno di questi, John Wayne Wilson, invitato per la notte del primo dell'anno del 1973 da Roseanne nella sua casa al n. 253 west della 72esima strada, finì per ucciderla con 18 coltellate dopo essere stato umiliato per i suoi problemi d'erezione.<br />
Storia torbida, che riempie le prime pagine di quegli anni in cui la liberazione sessuale e l'emancipazione femminile erano grandi temi d'attualità dei quali la città di New York ne scoprì il lato nero con la storia di Roseanne. Lato esplorato a fondo dalla scrittrice <a href="http://www.goodreads.com/author/show/97157.Judith_Rossner">Judith Rossner</a> (1935-2005) che nel 1975 scrisse<i> In Cerca di Goodbar </i>(<i>Looking for Mr. Goodbar</i>) ispirandosi alla tragica vicenda di Roseanne. <i>"La storia di una donna che usa gli uomini come l'uomo usa le donne"</i>, questa la frase di lancio del volume, frase che contiene di tutto e di più: Il segno di un'epoca, sessismo, femminismo, e anche una furbesca morbosità.</div>
<div style="text-align: justify;">
La protagonista qui si chiama Terry Dunn, donna che sembra non avere segreti, di giorno insegnante e di notte famelica frequentatrice di bar per uomini (e donne) soli. Un personaggio che, per l'epoca, rovescia i tradizionali rapporti tra i sessi (oggi tra social network, siti di incontri e quant'altro questo discorso ha poco senso) scava nel desiderio femminile di una donna che vive in una grande metropoli quale New York dove era ed è facile scavare nel proprio inconscio sessuale e sentimentale, in luoghi dove a volte è difficile stabilire chi sia vittima e chi carnefice. </div>
<div style="text-align: justify;">
Gli anni sono quelli della New York sporca, brutta e cattiva. Città del peccato e del malaffare e, qui quasi soprattutto, della marijuana. <i>"Giunsero in Greene Street, una viuzza buia, equivoca e cosparsa di rifiuti, St. Marks Place cominciava ad essere troppo affollata per i suoi gusti, piena di marmocchi e di tipi strambi, e troppo sudicia"</i> </div>
<div style="text-align: justify;">
In questo vagare tra anime e corpi persi, la storia speranzosa e disperata di Terry viaggia e fa viaggiare il lettore verso l'ineluttabile, tragica, fine già raccontata dalla cronaca. La New York City dei seventies ruota intorno alla storia ma non seduce: <i>"Attraversò il ponte della 155° strada, udendo di quando in quando un colpo di clacson o un fischio, ma ignorandoli, sentendosi offrire di quando in quando un passaggio e dicendo no automaticamente."</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Il libro è pieno di luoghi, di locali, alcuni ancora riconoscibili oggi, altri scomparsi e questo lo rende un bel libro newyorkese da recuperare, così come <a href="http://www.imdb.com/title/tt0076327/">il film</a> che ne venne tratto nel 1976 con protagonisti Diane Keaton e un giovanissimo Richard Gere.</div>
<i>In Cerca di Goodbar</i>, Judith Rossner, Mondadori, 1975<br />
<br />
<i><br /></i>Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-59733247700768596212014-10-19T07:19:00.001-07:002014-10-25T06:34:15.360-07:00Romanzi a New York #110: I Milionari<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOmz3R3Qdr_8ofBPxIr94d_Pths7ZLM5oSHL3LTae9ns1SeQ_5t00fef9vswGBEWmigfjU1-Yljsq4bF4RlkoR2Jzg1MEaIONEIqP454kae1bR_oCdBNO2rE3EdXNc1V1aqAddatJz9MoL/s1600/Milionari.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOmz3R3Qdr_8ofBPxIr94d_Pths7ZLM5oSHL3LTae9ns1SeQ_5t00fef9vswGBEWmigfjU1-Yljsq4bF4RlkoR2Jzg1MEaIONEIqP454kae1bR_oCdBNO2rE3EdXNc1V1aqAddatJz9MoL/s1600/Milionari.jpg" height="320" width="205" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Iniziamo da una osservazione. Nel 2002, quando uscì il suo <i>I Milionari</i> ("<i>The Millionaires</i>") Brad Meltzer, classe 1970, era già un affermato autore di thriller e di fumetti (<i>Green Arrow</i>, J<i>ustice League of America</i>), ma quando in Italia la Garzanti pubblicò il volume l'editore si guardò bene da fare riferimento alla sua attività fumettistica. Chissà, magari avevano paura che i potenziali lettori e lettrici avrebbero gridato allo scandalo di fronte a tanto ardire,...<i> Cosa? Un autore di giornaletti che si "permette" di scrivere romanzi!</i> </div>
<div style="text-align: justify;">
In questo ultimo decennio le cose sono un pò cambiate. Tra film, libri, gadget e serie TV, i fumetti hanno portato vagoni di denaro all'industria dell'intrattenimento e questo è servito, guarda caso, anche a sdoganarli anche sotto l'aspetto critico e culturale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Comunque se volete conoscere un pò meglio lo scrittore date uno sguardo al suo <a href="http://bradmeltzer.com/">sito ufficiale</a> (dove viene presentato come bestselling <i>thriller writer</i> e award winning <i>comic book author). </i></div>
<div style="text-align: justify;">
Venendo al nostro titolo, I Milionari, siamo di fronte a un financial thriller con protagonisti i fratelli Charlie e Oliver Caruso che lavorano presso la banca d'affari Greene & Greene, che non accetta clienti che hanno meno di due milioni di dollari. Un giorno si accorgono che c'è un conto dimenticato, nel quale giacciono TRE milioni di dollari che nessuno reclama e che nessuno reclamerà. Siamo nell'epoca delle prime grandi truffe tecnologiche e quindi i due pensano di avere le <i>skills </i>sufficienti per tentare il colpaccio con un fax da dirottare (...ora il fax chi lo usa più? come invecchia presto la tecnologia...). Il gioco del denaro facile descritto da Meltzer è in qualche modo premonitore, visti gli scandali finanziari degli ultimi anni e inoltre si addentra bene nei menadri della city finanziaria tra costruttori di grattacieli, banchieri senza scrupoli (a proposito viene sempre da chiedersi, anche in Italia, ma sono mai esistiti i banchieri CON gli scrupoli?). </div>
<div style="text-align: justify;">
La Manhattan scintillante con intermezzi a Brooklyn (dove è nato lo scrittore, ndr) è il teatro dove i protagonisti si esibiscono (dimenticavo, c'è anche un viaggio a Miami).<i> "Mentre l'autobus accosta vicino a un antico palazzo signorile all'angolo dell'Ottantesima Strada, faccio il numero del King Plaza Movie Theater di Brooklyn e schiaccio invio..."</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Il libro ha ritmo. Giovani rampanti, belle donne e malavita non mancano come è giusto che sia in questo genere di romanzi, l'importante è che tutto sia narrato con efficacia ed equilibrio e Meltzer sa come si fa: <i>"Abbiamo bisogno di un posto dove parlare. Un posto riservato. Tutti e tre nello stesso tempo guardiamo per terra e restiamo in silenzio. Siamo nella stessa pagina, sfogliamo un atlante mentale. "Che ne dite dello <a href="http://www.yaleclubnyc.org/images/dynamic/getImage.gif?ID=3922186">Yale Club</a>" - Suggerisco io, scegliendo il nascondiglio preferito di Lapidus-"A me piace" dice Charlie, tranquillo, riservato e snob e represso quanto basta per essere capaci di tenere la bocca chiusa."</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Recentemente il libro è stato riproposto in formato paperback e, a parte i riferimenti tecnologici all'epoca innovativi ed oggi quasi archeologici, è ancora una piacevole lettura per tutti, anche per quell come noi che hanno la disdicevole abitudine di leggere tanto i libri quanto i fumetti senza vergognarcene. </div>
<div style="text-align: justify;">
Brad Meltzer, <i>I Milionari</i>, Garzanti, 2002</div>
Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-64053047462674922942014-10-06T09:57:00.001-07:002014-10-06T10:10:00.032-07:00Romanzi a New York #109: Un Albero Cresce a Brooklyn<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOtt5Hm3EWO6JAsTpGSLnKuuWTn9ijIs8FHnQjiozHtzpRF11dOa44WmGDUgVcypiZirwZ9jFQo3KPcREjE8A_PQoLOgplO35LqI74m-Uw7O4Szct60VW1HbkO47nlZDb_gIKp6VtBKUxV/s1600/albero_brooklyn.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOtt5Hm3EWO6JAsTpGSLnKuuWTn9ijIs8FHnQjiozHtzpRF11dOa44WmGDUgVcypiZirwZ9jFQo3KPcREjE8A_PQoLOgplO35LqI74m-Uw7O4Szct60VW1HbkO47nlZDb_gIKp6VtBKUxV/s1600/albero_brooklyn.JPG" height="320" width="187" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Un <i>Albero Cresce a Brooklyn</i> è uno dei classici della letteratura americana del Novecento, per la sua importanza potremmo definirlo una sorta di "libro <i>Cuore</i> all'americana" visto il suo continuo uso nelle scuole degli Stati Uniti come testo scolastico.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ambientato nell'estate del <st1:metricconverter productid="1912 a" w:st="on">1912 a</st1:metricconverter> Brooklyn ha come protagonista Francie Nolan, che vive lontano dalla grande metropoli visto che la sua casa è a Brooklyn, all’epoca luogo ad alta densità di famiglie di poveri immigrati. Lì nei pressi del suo cortile, le chiome di un albero, un albero che sfida il cemento, ripara dai raggi del solela casa dei Nolan. Insieme a suo fratello Neeley, Francie raccoglie pezzi di stagnola che si trovano nei pacchetti di sigarette e nelle gomme da masticare, stracci, carta, pezzi di metallo e li vende in cambio di qualche centesimo. E' - quasi - un racconto autobiografico in cui l'autrice, Betty Smith (1896-1972), ci presenta il mondo visto dal quartiere di Williamsburg attraverso l'infanzia ed il punto di vista di una bambina dagli 11 anni che ha all’inizio della storia sino a 16 anni nel periodo immediatamente precedente la Prima Guerra Mondiale.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Francie è dotata di una capacità riflessiva e descrittiva straordinaria, figlia dell'irlandese Johnny e dell'austro-americana Katie Rommelly. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il lettore è accompagnato per mano nelle vicende di vita familiare, seguendo i pensieri dell'adolescente..</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Insieme a Francie, si passeggia per le vie di Brooklyn, si incontrano altri coetanei che vivono la sua stessa condizione disagiata m,a affrontata con speraza e dignità, e conosciamo anche adulti insoddisfatti, affaccendati ma anche sfaccendati.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i>"Tornò a casa passando da Graham Avenue, la strada del ghetto. Era eccitata dalla vista dei piccoli carretti, ognuno dei quali era come un magazzino in miniatura, che riempivano la strada, dagli ebrei gesticolanti e dall’odore particolare di quel rione: l’odore di pesce fritto, pane di segala acido appena uscito dal forno e qualcosa che ricordava l’odore del miele bollente”</i>.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Francie è una bimba sensibile e delicata, non solo nel corpo magro, ma soprattutto nell’anima. Mai invidiosa, riflessiva ma dotata di un carattere forte, che le consente anche di volare alto sulle preferenze che la mamma mostra verso il figlio maschio.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
La mentalità puritana e bacchettona dell’epoca emerge con prepotenza in molti passaggi del romanzo e il sogno di diventare scrittrice suona ardito in molti coprotagonisti della storia, ma lei, come quell’albero capace di crescere rigoglioso tra i marciapidei l suo sogno infatti è di diventare scrittrice e dimostra, crescendo, di avere le basi caratteriali giuste per combattere e non restare nell'ignoranza, nella "povertà umana e sociale" che caratterizza la gente del suo stesso ceto sociale; la ragazzina sfrutta quindi tutta la sua intelligenza e creatività per emergere.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Non sarà sempre facile; a volte qualcuno la scoraggerà, criticando e disprezzando le sue storie troppo realistiche, troppo vere, che fotografano con le parole la povertà, il disagio, la disoccupazione, la disperazione, l’alcolismo... ma ogni critica, ogni ostacolo sarà stimolo per crescere, non solo fisicamente, e sentirsi come una pianta sempre più solida e robusta, per innalzare i suoi rami fino al cielo, proprio come l'albero capace di crescere rigoglioso tra i fabbricati di Brooklyn.</div>
<span style="text-align: justify;"><i>Un Albero Cresce a Brooklyn</i> è un libro che non dovrebbe mai mancare in una biblioteca newyorkese, anche se New York City non ne esce benissimo: </span><i style="text-align: justify;">“In secondo luogo New York era una disillusione. Certamente le case erano molto più alte e cp’era molta più gente nelle strade, ma. a parte ciò, tutto era esattamente come a Brooklyn, a tal punto che Francie si chiedeva se tutte le cose nuove l’avrebbero delusa allo stesso modo.”</i><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ma qual è l'albero che dà il titolo al romanzo? E' l'Ailanto, una pianta molto letteraria, che apparirà in altri "romanzi a Brooklyn", alcuni già recensiti come "<a href="http://romanzianewyork.blogspot.it/2011_06_01_archive.html"><i>Eremita a Parigi</i></a>", "<a href="http://romanzianewyork.blogspot.it/2011/06/romanzi-new-york-53-danny-leletto.html"><i>Danny l'Eletto</i></a>" e "<a href="http://romanzianewyork.blogspot.it/2011/02/romanzi-new-york-35-la-fortezza-della.html"><i>La Fortezza della Solitudine</i></a>".<br />
L'edizione raffigurata è quella degli anni 70, uscita per Mondadori, l'editore che nel 1947 propose per primo il libro in Italia, ma recentemente, nel 2010, è stato riproposto da Neri Pozza Editore.<br />
<i>Un Albero Cresce a Brooklyn</i>, Betty Smith, Neri Pozza Editore, 2010</div>
Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-24814107608614879532014-09-27T07:26:00.005-07:002017-04-14T00:17:49.105-07:00Romanzi a New York #108: Il Grand'Uomo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwRl8rTNmz3RU0RW2XJ_Mku9sJh1j7I5kino8KqIBJzsfjii1AU6hzSNFA8TWEPpJ3s8aDhI7SLX0saQBLvkvrePNzh4WMlIDcPNPjxMqj97seDekKC8tp4po-PNwD3G7lcLxiLSE6JIiu/s1600/granduomo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwRl8rTNmz3RU0RW2XJ_Mku9sJh1j7I5kino8KqIBJzsfjii1AU6hzSNFA8TWEPpJ3s8aDhI7SLX0saQBLvkvrePNzh4WMlIDcPNPjxMqj97seDekKC8tp4po-PNwD3G7lcLxiLSE6JIiu/s1600/granduomo.jpg" width="210" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Che sia possibile, partendo da una recensione su questo blog, riscoprire un libro dimenticato è cosa normale, anzi è una delle <i>mission </i>dichiarate. Ma che il post sia uno spunto straordinario per riscoprire oltre al libro anche uno scrittore, un film, un regista-attore e una cantante, tutti finiti ingiustamente quasi nel dimenticatoio è cosa meno ovvia. Ma andiamo per ordine. </div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Il libro: Il Grand'Uomo (<i>The Great Man</i>), anno 1955, è uno dei primi, sicuramente il migliore di quegli anni, che mette al centro della trama il mondo della televisione (e della radio), con le sue corruzioni, le lotte intestine, serrate e feroci, gli accordi sottobanco tra le varie emittenti e i grandi studi di produzione. Protagonista è Herb Fuller, creato - si narra - a immagine di <a href="http://www.imdb.com/media/rm1784715264/nm0323960?ref_=nm_ov_ph">Arthur Godfrey</a>, che dietro le sue buone maniere, i modi affabili, il sorriso stampato, nasconde il vizio, la prepotenza e la smodata ambizione da diventare un protagonista-imbonitore da milioni di spettatori. E su tutto c'è New York, fotografata da Al Morgan in quella metà degli Anni 50, uno dei periodi più affascinanti della città e della storia d'America. "<i>Sono nel mio ufficio al nono piano dell'Amalgamated Building. Si sta facendo buio. Se mi volto a guardare dalla finestra che mi sta alle spalle vedo il sole che scompare dietro l'RCA Building</i>."</div>
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<div>
<div style="text-align: justify;">
Lo scrittore: Al Morgan (1920-2011), produttore, sceneggiatore, grande esperto di comunicazione, il suo Grand'Uomo è stato paragonato al film <i>Citizen Kane</i> di Orson Welles, e tanto può bastare. Interprete consapevole del cinismo e della spietatezza che caratterizza il dietro delle quinte degli studi radiotelevisivi, ha trasformato in maniera magistrale le sue esperienze in un romanzo che, mai come oggi, è stato piacevole riscoprire: "<i>Le dieci e venticinque, un magnifico momento a New York. Quelli che usano la città come officina, sono tornati ai loro letti nel Queens, Westchester e Connecticut. I teatri non si sono ancora vuotati e la folla che si diverte non ha ancora cominciato il giro dei locali notturni. Alle dieci e venticinque le strade sono piene di gente meracigliosamente sfaccendata</i>."</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Il Film, il regista, l'attore: Da <i>The Great Man</i> viene tratto nel 1956 il film omonimo, diretto e interpretato da <a href="http://www.imdb.com/name/nm0001207/">Josè Ferrer</a> (1912-1992), di origini portoricane e uno dei protagonisti più dimenticati di Hollywood, premio oscar nel 1952 per il suo <i>Cyrano de Bergerac</i>. The Great Man. rimasto purtroppo inedito in Italia, ci fa vedere in alcune sequenze una New York in bianco e nero da pelle d'oca. Le riprese esterne non sono molte, ma valgono la pena <a href="https://www.youtube.com/watch?v=lGrEdLRO1X0">di guardarle su YouTube</a>. Se poi avete pazienza e siete sensibili al <i>New York Style</i>, non disprezzerete neanche gli arredi delle molte scene in studio.</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
La cantante: nel libro c'è molto jazz, se ne parla, si ascolta alla radio, si mette sul giradischi. Nel film, tra le protagoniste, c'è <a href="https://www.youtube.com/watch?v=YO2zS7hRozs">Julie London</a>. Beh, riscopriamola e riascoltiamola.</div>
<i>Il Grand'Uomo</i>, Al Morgan, Longanesi e C., 1956</div>
Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-50553112524054929502014-08-27T23:17:00.002-07:002014-08-29T11:04:18.689-07:00Romanzi a New York #107: Brooklyn è<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9goY0qrzGm-MQf8w1Et6wwr46iN96A5loA4N4GytkFcZ0k_TNA4p-fXNP4NPV6QA_tbKxkPOqMyhN_jaLLS54afIVE0S_deWiFDcdSLfwO5ojVYUy7wbPEi5q6Mxkd-Q3VuZ702RjCGpB/s1600/brooklyn.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9goY0qrzGm-MQf8w1Et6wwr46iN96A5loA4N4GytkFcZ0k_TNA4p-fXNP4NPV6QA_tbKxkPOqMyhN_jaLLS54afIVE0S_deWiFDcdSLfwO5ojVYUy7wbPEi5q6Mxkd-Q3VuZ702RjCGpB/s1600/brooklyn.jpg" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Oramai Brooklyn è una tappa irrinunciabile per chi va in vacanza a New York: <a href="http://www.brooklynfilmfestival.org/">rassegne cinematografiche</a> sui tetti, ristoranti rinomati, <a href="http://www.bettybakery.com/">pasticcerie da sballo calorico e visivo</a>, quartieri prestati perennemente al cinema, prezzi delle case in continua ascesa e una gentrification o borghesizzazione delle strade che dir si voglia in continua evoluzione. E' normale, prevedibile, che anche l'editoria si accorgesse del fermento che c'è intorno al distretto. Tra i titoli più interessanti sull'argomento c'è Brooklyn è (Agee's Brooklyn) di James Agee (1909-1955) che ripropone un reportage letterario realizzato dall'autore nel 1939 e pubblicato per la prima volta solo nel 1968. Lo scrittore vagabonda per le strade di Brooklyn cogliendone l'essenza dal basso, girando per i quartieri, soffermandosi nei luoghi più popolari. Agee scruta i quartieri, li commenta anche sotto l'aspetto architettonico e la fa in un modo tutto suo, quasi poetico: <i>"Park Slope: I potenti reggimenti di case post-casermoni di pietra grigia con bovindo e le grandi ville isolate, che se ne stanno tra alberi maturi con il loro aspetto chiuso e sprangato e i singolari silenzi della Parigi borghese"</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
La scrittura non è sempre scorrevole, ma questo non suoni come una critica, la spigolosità, il ritmo a volte da invettiva è una caratteristica dell'autore, a volte ricercato nella scelta delle parole (il traduttore, Luca Fontana, avrà avuto il suo bel da fare).</div>
<div style="text-align: justify;">
E' una lettura che ci consente di scoprire una Brooklyn precedente a quella modaiola di oggi, ci fa respirare con taglio letterario tra il lirico e il giornalistico l'aria di quelle strade e ci porta dentro l'anima dei personaggi che le frequentano. <i>"Questi, i malati, i privi di sensi o i fecondi, i sani, i giovani, i viventi e i morti, gli edifici, le strade, le finestre a piccionaia delle corsie, le aule letali delle scuole, le fabbriche affumicate e sibilanti, gli uccelli spietati, gli animali. Questi sono gli abitanti di Brooklyn".</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo l'ultima pagina ci si rende conto di aver letto un cantico neo-moderno dedicato a Brooklyn, intenso, da leggere con attenzione, con le pagine da osservare così come le ha osservate lo scrittore Jonathan Lethem, <a href="http://romanzianewyork.blogspot.it/2011/02/romanzi-new-york-35-la-fortezza-della.html">che ben conosciamo</a>, nella sua breve e preziosa prefazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Brooklyn è</i>, James Agee, Il Saggiatore, 2014</div>
Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-68933524399513488302014-05-15T12:05:00.003-07:002014-05-16T07:52:22.868-07:00Digressioni #7: Anteprima Godzilla<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhid989zjjceTqyx6ZtMn5t1552K0jlhHfXv2c1UMdn7ev3GIePHPS07B8CHipXrXRLko76aaonGKWQsS5tbqeEQAt4PoJLSv0uxCnUPEdFqQ_CMJvi56GnxJ2h3wsCRd4wyHDdQgmmb3i1/s1600/godzilla2014-poster4-high-resolution+-+Copia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhid989zjjceTqyx6ZtMn5t1552K0jlhHfXv2c1UMdn7ev3GIePHPS07B8CHipXrXRLko76aaonGKWQsS5tbqeEQAt4PoJLSv0uxCnUPEdFqQ_CMJvi56GnxJ2h3wsCRd4wyHDdQgmmb3i1/s1600/godzilla2014-poster4-high-resolution+-+Copia.jpg" height="320" width="217" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Tra le mie malefatte letterarie c’è un piccolo volume,
pubblicato nel 1993 da Novecentonovanta, dedicato a Godzilla, anzi, più
precisamente ai fumetti Marvel degli anni 70 del mostro più famoso del
mondo, quando combatteva contro Thor e i Fantastici Quattro. In virtù di questa pubblicazione, il cui testo <a href="http://godzillacomics.blogspot.it/">lo trovate qui</a>,
sono giudicato uno degli esperti nazionali della materia, con il piccolo volume
continuamente citato nelle bibliografie godzilliane (o godzillesche che dir si
voglia). </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
E quindi potevo mai mancare all’anteprima del nuovo film sul
lucertolone girato dall’inglese Gareth Edwards con Ken Watanabe, Bryan
<i>“Breaking Bad”</i> Cranston, Juliette Binoche, e i prossimi fratelli Vendicatori
Aaron Taylor-Johnson e Elizabeth Olsen ? Sì potevo mancare e non ci sono
andato. Fine della recensione.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ero molto tentato di chiudere così ma in realtà, puntuale
come un liceale al primo appuntamento, alle ore 21 meno 5 ero lì che
ritiravo la cartella stampa. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
L’ultimo film del Grande G parte col ritmo giusto, quello
dei catastrofici di un tempo, con la tensione che sale in attesa del
cataclisma. Lo scienziato incompreso, i sensi di colpa verso la moglie morta,
un bambino dal grande futuro, la minaccia ignota che incombe e il mostro che
tanto mostro non è. Eh già, il Godzillone, si capisce subito, non sta mai dalla
parte dei cattivi come in alcuni capitoli del passato, non uccide nessun umano, neanche per sbaglio, ma
anzi sarà il dio salvatore (God-Zilla o Gojira come lo chiamano in Giappone)
contro la minaccia di altri esseri tanto giganteschi quanto orripilanti e
maligni. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il Godzilla 2014 riprende in maniera accurata la classica
iconografia del mostro originale, con tanto di fascio radioattivo blu sparato dalle fauci e
muscolatura quasi antropomorfica. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwm_pB818HJZwviM-n_xinry9cX8-5ry5uGliNPjXeIHLV7yVEO7k9sSYQgYSOO_mJfXCoHLEe-_TavrOIrcCaNeFqwWreuaZ2FbrEKdDXvqujVgTZEdSncx6BK1Iqd_hoIufgYMGKM9pE/s1600/Godzilla_arg.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwm_pB818HJZwviM-n_xinry9cX8-5ry5uGliNPjXeIHLV7yVEO7k9sSYQgYSOO_mJfXCoHLEe-_TavrOIrcCaNeFqwWreuaZ2FbrEKdDXvqujVgTZEdSncx6BK1Iqd_hoIufgYMGKM9pE/s1600/Godzilla_arg.jpg" height="320" width="181" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il tema è quello della riconciliazione dell’uomo con la
natura, insidiata dall’industria nucleare, così come il primo film del 1954 era
figlio della bomba H di Hiroshima e della paura della guerra atomica.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il regista mette a frutto il suo talento, quasi artigianale (a proposito, guardatevi il suo "Monsters"),
nello sfruttare gli effetti speciali, con la fotografia livida di Seamus
McGarvey abbinata alle musiche deflagranti di Alexandre Desplat e un 3D che,
una volta tanto, non finisce con il disturbare lo spettatore.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Non era facile reinventare per la trentesima volta o giù di
lì il personaggio e la sua storia ambientata tra Giappone San Francisco, ma la
sfida alla fine è riuscita, anche se il buonismo al 100% che caratterizza il
mostro lascia una piccola ferita nell’immaginario di chi conosce a fondo la sua
creazione.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il nuovo Godzilla esiste per ristabilire l’ordine delle cose
e della natura, non devasta intenzionalmente ponti e grattacieli e casomai, se lo fa, lo
fa a incidentalmente e comunque per un buon fine. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ma noi gli vogliamo sempre bene al lucertolone, anche quando è così buono.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-6424327636975024352014-03-27T00:07:00.004-07:002014-03-27T05:21:50.153-07:00Digressioni #6 : The Amazing Spider Man 2... New York elettrizzante come mai<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia_LAY0Om6tAr5j5PJsuNfxvzWKJHDtRy_172Lw-vmYMox8vg4ElzPX2QunpzdrkDQxxwwTxyrr6HzmBktomySPjd2oOrJH1priAEDCU86Qah7SdLx3hY9ZXx5J5pB2ALzosOPgUwOvbMW/s1600/foto.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia_LAY0Om6tAr5j5PJsuNfxvzWKJHDtRy_172Lw-vmYMox8vg4ElzPX2QunpzdrkDQxxwwTxyrr6HzmBktomySPjd2oOrJH1priAEDCU86Qah7SdLx3hY9ZXx5J5pB2ALzosOPgUwOvbMW/s1600/foto.JPG" height="320" width="216" /></a></div>
<br />
Presentato ieri alla stampa il secondo capitolo del
rinnovato <a href="http://www.bestmovie.it/?s=electro">Spiderman</a>. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
30 minuti di anticipazioni, sequenze e commenti d’autore
sufficienti ad incuriosire e a rivelare quanto basta. L’alone di mistero sui
genitori di Peter Parker (Andrew Garfield), il nuovo supercattivo Electro alias
Jamie Foxx, e una regia che alterna supereffetti fracassoni e digitali a
intermezzi spavaldi e irriverenti del protagonista, un po’ meno nerd
che in passato e innamorato-issimo della bionda Gwen Stacy (Emma Stone). <a href="http://www.bestmovie.it/news/new-york-movies-spider-man-alla-scoperta-delle-location-del-film/173306/">NewYork</a>, si sa è una città elettrizzante, e qui lo è anche troppo... innervata di luce dal supercriminale. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
A proposito, da vecchio
lettore dei fumetti dell’Editoriale Corrno (L’Uomo Ragno n. 9 “Un Uomo chiamato
Electro”) io Electro lo ricordavo come un rivale con poco appeal e, tutto
sommato, più antipatico che invincibile, anche se sulla copertina lo strillo
annunciava <i>“Un avversario imbattibile –
La sconfitta de L’Uomo Ragno</i>). E invece qui, nel film, la rejuvenation del
cattivo appare eccellente, grazie anche ad effetti speciali mirabili. </div>
<span style="text-align: justify;">Il film di Marc Webb comunque vada sarà un successo,
confezionato alla perfezione, punteggiato da musiche perfette (il maestro Hans
Zimmer, ma anche l’hit man Pharrell), e un’atmosfera generale da grande
intrattenimento è quello che, alla fine, ci si aspetta da un cinefumetto che
vuole essere tale, una sorta di rito per stare insieme a un eroe che oramai ha
più di cinquantanni e al suo ideatore Stan Lee, sempre presente con adorabili
cameo nei film basati sui suoi superereoi.</span>Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-47326919382158079582014-03-16T04:27:00.001-07:002014-08-29T11:04:31.129-07:00Romanzi a New York #106: La Grande Mela<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3c9ml-O5D2dbZtzsxobxD-RuU2EuMVgn4eJLm4rDaBGvKfKO0xOgU7KXaG0mk_hDxuTTmowVEWUGWdqSIs-zlmV0mlNOyNAyuZL_Nc5xU0b4vmPLzgRuQdX3lVAYqttLIhYxO4kmixAt4/s1600/La_Grande_Mela_Ring_Lardner.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3c9ml-O5D2dbZtzsxobxD-RuU2EuMVgn4eJLm4rDaBGvKfKO0xOgU7KXaG0mk_hDxuTTmowVEWUGWdqSIs-zlmV0mlNOyNAyuZL_Nc5xU0b4vmPLzgRuQdX3lVAYqttLIhYxO4kmixAt4/s1600/La_Grande_Mela_Ring_Lardner.jpg" height="320" width="218" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ringgold Wilmer Lardner, più brevemente noto come <a href="http://www.tridget.com/lardnermania/index.htm">Ring Lardner</a> (1885-1933) è stato un eccellente cronista sportivo e, soprattutto, un fine commentatore del mondo dell'intrattenimento, dallo sport al teatro sino ad un'acuta e satirica visione della vita matrimoniale. Lardner, pur avendone tutte le potenzialità, non ha mai scritto un romanzo ma si è dedicato ai racconti come quelli presenti in questo La Grande Mela (the Big Town), pubblicato per la prima volta nel 1920. Già, gli Anni 20, quelli dello swing, del proibizionismo e di Francis Scott Fitzgerald e, non a caso, Lardner era amico dello scrittore al punto che fu preso a modello per il personaggio di Abe North ne <a href="http://romanzianewyork.blogspot.it/2011/02/romanzi-new-york-36-il-grande-gatsby.html">Il Grande Gatsby</a>.</div>
<div style="text-align: justify;">
La Grande Mela è una serie di racconti, legati da un unico filone narrativo, con protagonista una coppia sposata dell'Indiana, Finch e Ellie, e della sorella di lei, Kate, giovane ventenne in cerca di marito. Eh già, è proprio questa la missione: trovare un buon partito a Kate nella opulenta New York City e nel contempo uscire fuori dalla provincia bacchettona per conoscere un pò meglio la vita.</div>
<div style="text-align: justify;">
Con una discreta, ma comunque sufficiente, eredità a coprire le spalle dei tre iniziano per tutti avventure e disavventure ricche di ironia e situazioni tragicomiche che forniscono l'occasione all'autore per raccontarci la città, i suoi, curiosi e imprevedibili, personaggi tra affari, piccole truffe, scommesse, spettacoli, amori e infatuazioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>"Così prendemmo un taxi, comprammo i biglietti per le Follies in nona fila, e andammo a cena allo Spencer Hotel. Su tutti i giornali si era scritto che il costo del cibo era calato, ma l'albergatore evidentemente non sapeva leggere. Ci appiopparono un conto di undici dollari per una cena di due portate". </i></div>
<div style="text-align: justify;">
I racconti/capitoli scorrono via che è una bellezza. L'autore può essere considerato un vero maestro per come conduce la narrazione nei canoni del racconto breve. Equilibrio nei dialoghi, battute al momento giusto e un filo conduttore solido tra una vicenda e l'altra, che gli consente di scrivere di cose che conosce benissimo senza mai risultare pretestuoso. Ci sono alcuni ritratti memorabili come il fasullo attore Jimmy Ralston o la spigolosa Lady Perkins, la signora aristocratica con tanto di cani che Ellie e Kate anelano di conoscere: <i>"Ascoltami,</i> - disse Ellie - <i>c'è qualcosa che non quadra in questa storia. Non hai bisogno di convincermi che una donna come Lady Perkins intende cominciare un flirt con uno zoticone come te. Voglio sapere come sono andate realmente le cose".</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Tutte le trame e sottotrame sono sempre lo spunto per calarsi in una New York d'epoca, tratteggiata con realismo e umorismo (...<i>Il personale alberghiero di NewYork sembra sempre abbia perso qualcosa, visto che non stacca mai gli occhi dal pavimento</i>), con riferimenti concreti all'economia mobiliare e immobiliare e puntuali descrizioni di feste, giornate all'ippodromo, spettacoli a Broadway e tutto quanto faceva, e fa, di New York una vera Big Town.</div>
<i>La Grande Mela</i>, Ring Lardner, Mattioli 1885, 2013<br />
<br />Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-76223326006236650902013-10-12T05:58:00.000-07:002013-10-12T06:15:43.599-07:00Romanzi a New York #105: New York, Inclusive tour<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEju6tcsi8g2PCBLMDDw2j-n4K4yYVpasIYuRGCJgNWU7zCpo_3pXBaGErlTeVdOS3FCQJ0vJshEHPjgO6hj7NJtLgV9Z_BDITZFCrR_cjxyOS-yz_Y5COcx-UHR32SZdEIWawO9oIQPndqt/s1600/vergNY.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEju6tcsi8g2PCBLMDDw2j-n4K4yYVpasIYuRGCJgNWU7zCpo_3pXBaGErlTeVdOS3FCQJ0vJshEHPjgO6hj7NJtLgV9Z_BDITZFCrR_cjxyOS-yz_Y5COcx-UHR32SZdEIWawO9oIQPndqt/s320/vergNY.JPG" width="219" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Mai sentito parlare del <a href="http://www.leiweb.it/bellezza/capelli-consigli/2012/punti-di-vista-crepax-vergottini-40789669483.shtml">"taglio alla Vergottini"</a>? Chi sa un po' di moda, ma anche chi non ne sa e ha almeno una quarantina di primavere sulle spalle, certamente assentirà. Bruno Vergottini, celebre coiffeur e stilista della famiglia Vergottini, ha fatto la storia dell'estetica tricologica d'Italia negli anni 70. Tutte o quasi le teste della RAI degli anni d'oro sono passate sotto le forbici di questa famiglia milanese. Erano anni un po' snob, viaggiare non era da tutti e nei salotti milanesi si faceva a gara a raccontare le proprie esperienze e Bruno Vergottini, insieme al suo amico Giancarlo Iliprandi grafico e pubblicitario, amavano dissertare su New York City, al punto che tra un viaggio e l'altro avevano anche <em>"buttato giù una cosa"</em>. Questa "cosa" è un libro curiosissimo, intitolato New York, Inclusive Tour, pubblicato nel 1978 dall'editore napoletano Marotta, e stampato con una grafica innovativa e provocatoria. Carta multicolore (gialla per introduzione e postfazione, rosa per le esperienze di Bruno, gialla per quelle di Giancarlo). E così in una forma letteraria a metà tra diario, guida e romanzo di viaggio si scopre e a leggerlo oggi si riscopre, una New York relativamente recente ma in molti casi già sparita. Post-hippie-radical-snob-chic con incontri occasionali, seduzioni da italiani in vacanza e contatti con vip se non supervip come Andy Warhol e riflessioni da irriducibili provinciali quali siamo fin dentro l'anima:</div>
<div style="text-align: justify;">
<em>"Non so come mai è già notte, vado in un negozio e mi compero una cravatta, un disco e una lampadina, il piacere di comprare qualcosa a un'ora che da noi in Italia si trova aperta solo la questura".</em> </div>
<div style="text-align: justify;">
Quelli erano anni in cui New York era sporca, pericolosa e cattiva eppure il fascino che cattura i due viaggiatori è quello di una città comunque e sempre meravigliosa, che lascia il segno a quei figli di Un Americano a Roma che siamo tutti noi newyorkofili, che poi veniamo da Milano o da Palermo o dalla capitale conta poco.</div>
<div style="text-align: justify;">
La parte di Bruno è da fracicone italiano come non mai: <em>"una signora sale sul mio taxi, ha una pelliccia e ripenso ai gialli di Mickey Spillane, forse sotto è nuda, anzi sicuramente lo è, ma non mi lascia il tempo di verificare, chiede scusa perché credva il taxi fosse vuoto".</em> </div>
<div style="text-align: justify;">
Mamma l'Italiani!</div>
<div style="text-align: justify;">
Più diaristico e informativo il percorso di Giancarlo Ilprandi, arricchito da riproduzioni di biglietti, locandine fotografie. Si vede che ama gironzolare per New York, sedotto dalla solitudine nella moltitudine che caratterizza le strade della city. </div>
<div style="text-align: justify;">
<em>"Biciclette dappertutto, soprattutto al Village. Stupende alcune, nere, alte, con manubrio a baffo, cestini portapacchi, doppio faro, lampeggiatori, pneumatici fascia bianca".</em></div>
<div style="text-align: justify;">
La sensazione di stupore, di novità continua forse oggi è meno spiccata grazie al mondo globale/virtuale in cui viviamo però è interessante leggere oggi questo anomalo libro, dove alla fine, nella piccola guida ai negozi troviamo lo storico Abercrombie & Fitch (Madison Avenue e 45esima)indicato<em> per le ultime novità in articoli sportivi</em> e ancora non caratterizzato da supermodelli surfisti e squinzie californiane.</div>
<em>New York, Inclusive Tour</em>, Bruno Vergottini e Giancarlo Iliprandi, Marotta Editore, 1978<br />
<br />Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-7857026660327689892013-07-27T04:16:00.000-07:002013-09-01T22:50:30.894-07:00Romanzi a New York #104: New York New York<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggqTyVF5rSZL6YazNnNuxfAROiennALv-eDhYOh4XUnITSjYavEKC2IkNEvhmMP0lPenRbv9-qnQgAsCQyYRp4PQzM4_rmBf1vk7QH0yLz4HyDE8b0N6FsTcCLl-FHMORGsWpdtBXyMWvy/s1600/nyny.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggqTyVF5rSZL6YazNnNuxfAROiennALv-eDhYOh4XUnITSjYavEKC2IkNEvhmMP0lPenRbv9-qnQgAsCQyYRp4PQzM4_rmBf1vk7QH0yLz4HyDE8b0N6FsTcCLl-FHMORGsWpdtBXyMWvy/s320/nyny.jpg" width="192" /></a><i>New York, New York</i>. Abbiamo tutti presente la straordinaria versione di Frank Sinatra e l'interpretazione originale di Liza Minnelli nel film omonimo. Dal 7 febbraio 1985 il brano è anche l'inno ufficiale della città di New York. Ma dietro questa splendida canzone c'è anche una storia letteraria che ha dato origine al film con protagonista Robert De Niro in camicia hawaiana e sax al collo. Il romanzo <i>New York New York</i> è opera dello scrittore e sceneggiatore Earl Mac Rauch ed arriva nelle librerie nel 1977, anno di uscita del film dretti da Martin Scorsese.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'atmosfera è quella dell'immediato dopoguerra, quando il reduce Johnny Boyle cerca di fare fortuna con il suo sax e adocchia la giovane cantante Francine Evans, anche lei piena di speranze. Su di loro aleggia l'euforia della fine della guerra, quella sensazione di sopravvivenza in una città che è tutto un fermento. Johnny poi ha dalla sua il talento, una visione del jazz che lo fa essere controcorrente. Tutti pensano a ballare, a divertirsi, a bere e a correre appresso alle sottane. Lui no. Anzi, mi correggo, non solo. Johnny vede oltre le sale da ballo, gira per i locali d'America, reinterpreta gli standard, cerca gli assoli, va verso il be bop senza saperlo e compone, compone...</div>
<div style="text-align: justify;">
<em>"Che roba è?"</em></div>
<div style="text-align: justify;">
<em>"E' chiamato honk" spiegò Johnny "fa da sostegno alla melodia". Ma era appunto la melodia che interessava Francine.</em></div>
<div style="text-align: justify;">
<em>"Quale melodia?" insistette. </em></div>
<div style="text-align: justify;">
<em>"Questa, sta a sentire..." Riprese a suonare, e tra gli stridori bebop affiorò un'aria dolce, struggente...</em></div>
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<em>è niente di speciale, m'è venuta in mente a New York una sera"...insomma dovrai pur darle un titolo... come ti sembra "Sette Dicembre?"</em></div>
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<em>"Cos'è l'anniversario di Pearl Harbour?"</em></div>
<div style="text-align: justify;">
<em>"No, è la data di oggi"...</em></div>
<div style="text-align: justify;">
<em>La sentiva sua, quella canzone, le avrebbe dato un titolo, e anche scritto le parole.</em></div>
<div style="text-align: justify;">
<em>Lui propose: chiamiamola col nome del posto dove siamo adesso. Lo sai dove cavolo siamo?"</em></div>
<div style="text-align: justify;">
<em>"Siamo a Yellowbud, nell'Ohio" annunciò Francine. </em></div>
<div style="text-align: justify;">
<em>"Non va mica bene, secondo me".</em></div>
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<em>"Cos'hai contro Yellabut, chiese Johnny pronunciando male il nome, "a me sembra okay".</em></div>
<div style="text-align: justify;">
<em>"Non è abbastanza romantico. Perché non gli diamo il nome di un posto dove siamo già stati, piuttosto?"</em></div>
<div style="text-align: justify;">
<em>"Beaver Falls?"</em></div>
<div style="text-align: justify;">
<em>"Macché. Pensavo a New York. Come ti sembra "New York, New York?"</em></div>
<div style="text-align: justify;">
<em>Gli andava benissimo.</em></div>
<div style="text-align: justify;">
<em>"Peccato che non l'ho pensato io" disse.</em></div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco, questa è le genesi, poetica e leggendaria, di una delle canzoni più famose del mondo, in realtà composta da John Kander per i testi di Fred Ebb.</div>
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Una canzone che è al centro del romanzo, della sceneggiatura e del film. La storia tra Johnny e Francine va avanti tra mille ostacoli e ripensamenti ma non corre verso il lieto fine. I due inseguiranno i loro destini diversi. Sono stati insieme per un tempo lungo, a volte spensierati, a volte disperati, in luoghi arricchiti da euforiche illusioni con la musica jazz sempre presente, che più che essere un sottofondo è l'asse portante della trama. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ritroveremo alla fine Johnny impresario di Rock and Roll dopo aver dato l'anima nei locali più all'avanguardia e lei - finalmente - diventerà una cantante di successo, con New York New York, incisa dalla Decca. </div>
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Lei diva e lui impresario si rincontreranno, sarà un incontro agrodolce, niente smancerie e zero nostalgia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<em>"Come poteva lasciarlo andar via così? Almeno le ultime parole famose, no? Gli gridò la prima cosa che le venne in mente: "Johnny il rock and roll ce la farà a durare?"</em></div>
<div style="text-align: justify;">
<em>"Sì - disse Johnny - durerà".</em></div>
<div style="text-align: justify;">
<em>New York, New York</em>, Earl Mac Rauch, Mondadori, 1977</div>
Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-25009226232111213222013-05-13T23:30:00.001-07:002013-07-27T05:18:33.589-07:00Digressioni #5: è uscito Comx Dome n. 2<div style="text-align: justify;">
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhY3BxdwP8DOMmtFPW6oC5QbF5vujmSXRRR6NxStjGdhhGylsIBwMOWcYfyL6S2ADtYWXmykF466V7XDi_kEEdIv0p-6IV0bV76mWIhKm4a01DhV9P6sjjrTovPybvUT_RK7rq0QcLYrtqs/s1600/ComxDome21536.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhY3BxdwP8DOMmtFPW6oC5QbF5vujmSXRRR6NxStjGdhhGylsIBwMOWcYfyL6S2ADtYWXmykF466V7XDi_kEEdIv0p-6IV0bV76mWIhKm4a01DhV9P6sjjrTovPybvUT_RK7rq0QcLYrtqs/s320/ComxDome21536.jpg" width="244" /></a></div>
</div>
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<em>Comx Dome</em> n. 2 è disponibile da qualche giorno nella sezione libri <a href="https://itunes.apple.com/it/book/comx-dome-2/id645383104?mt=11">dell'App Store per iPad</a>. La rivista digitale dedicata alla critica e alla storia del fumetto ideata da Francesco Moriconi e per la quale ho il piacere di collaborare. Per questo numero ho firmato uno speciale dedicato ai trash comic books americani, uno dei tanti percorsi possibili tra i tanti albi incredibili o improbabili usciti negli USA dagli anni 30 a oggi e una scheda su Poison Ivy, la letale avversaria di Batman protagonista della copertina.</div>
<div style="text-align: justify;">
Comx Dome, lo ricordo, è scaricabile gratuitamente dal vostro tablet Apple cliccando <a href="https://itunes.apple.com/it/book/comx-dome-2/id645383104?mt=11">qui:</a> </div>
Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-46089660716977276232013-04-28T06:43:00.002-07:002013-04-30T22:27:10.419-07:00Romanzi a New York #103: Cash: All'Assalto di New York<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuy-CHoKoj_1pIcAY8fwWSFWTEZm-JR4xYn7FPgE25B2qyvhuU793x2958Xc7L7hSO1pbdMP-d4k2Urk00xrHUto5mcvFHVPl289CpK9aIWVEdoqC6Yb0xIyz_szws_qzSkN3zJIXOdV6t/s1600/segr_900.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a><br /></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuy-CHoKoj_1pIcAY8fwWSFWTEZm-JR4xYn7FPgE25B2qyvhuU793x2958Xc7L7hSO1pbdMP-d4k2Urk00xrHUto5mcvFHVPl289CpK9aIWVEdoqC6Yb0xIyz_szws_qzSkN3zJIXOdV6t/s1600/segr_900.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuy-CHoKoj_1pIcAY8fwWSFWTEZm-JR4xYn7FPgE25B2qyvhuU793x2958Xc7L7hSO1pbdMP-d4k2Urk00xrHUto5mcvFHVPl289CpK9aIWVEdoqC6Yb0xIyz_szws_qzSkN3zJIXOdV6t/s320/segr_900.jpg" width="245" /></a>Non avevo mai letto, prima d'ora, un romanzo della collana <a href="http://blog.librimondadori.it/blogs/segretissimo/">Segretissimo</a>, pubblicata dalla Mondadori sin dai primi anni 60. Avevo sempre provato un pò di resistenza verso quelle copertine dallo sfondo nero con aitanti agenti segreti in copertina e/o donne in biancheria intima che impugnano una pistola automatica, quando non un grande e grosso mitragliatore. Alla fine, se proprio avevo voglia di un romanzo di genere, finivo sistematicamente per acquistare un giallo piuttosto che un nero. <br />
<div style="text-align: justify;">
Poi, grazie anche a questo n. 900 con New York nel titolo, ho finalmente investito ben un euro e cinquanta in una bancarella dell'usato (forse lo potevo portare via anche a un euro, ma ho rinunciato alla trattativa). <br />
<em>Cash: all'Assalto di New York (Assaut sur New York)</em> è opera del francese Gerard Cambri, il cui vero nome è Gerard Venturini, personaggio di spicco di questo genere di romanzi, con all'attivo circa 170 (!) titoli e un passato tutto action, con esperienze di guerra in Algeria, un brevetto da pilota, una passione per i cavalli con specializzazione in monta western (anche se lui scorazza in Corsica, piuttosto che in Arizona). </div>
<div style="text-align: justify;">
Quindi Cambri sa cosa scrivere, quando racconta del suo agente segreto James Fitzgerald Cash, qui alle prese con la spietata Lobby dei 72 capitanata dal malvagio Mordecai AAron Sachs che sembra in grado, almeno come potenziale criminale, di impadronirsi della città che non dorme mai (anche io mi adeguo allo stile...).<br />
Cash, peraltro, non è un agente qualunque, ma ha sviluppato di una sorta di ipersensi dopo essere sopravvissuto a un incidente aereo. Queste facoltà non sono facilmente controllabili, ma comunque gli sono d'aiuto nelle sue pericolose missioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
La storia va avanti come ci si aspetta, un funerale di un boss, agenti segreti e non dappertutto, FBI, doppiogiochisti, femmine fatali e letali, sparatorie (<em>"a nord di Central Park, un'importante sala di giochi elettronici e una sala da bowling furono evacuate dalla clientela e devastate a colpi di mitra da cinque uomini che poi fuggirono a bordo di un'auto dalla targa coperta di fango"</em>).</div>
<div style="text-align: justify;">
Inseguimenti, morti ammazzati, politici malefici. Il linguaggio enfatico quanto basta: <em>"New York City, alle cinque del mattino. L'alba si sforzava di spandere il suo chiarore lattiginoso e freddo attraverso la titanica coltre di smog che copriva la città. L'Empire State Building innalzava la sua triste mole monolitica come un simbolo fallico di una popolazione insoddisfatta, assopita in un tran tran automatico e consenziente."</em></div>
<div style="text-align: justify;">
La sensazione è quella di trovarsi di fronte alla sceneggiatura, neanche tanto sofisticata, di un telefilm di una trentina d'anni fa (il romanzo, precisiamolo, è del 1980) con echi di situazioni internazionali oramai legate alla storia. Si cita ad esempio, tra i personaggi reali presenti nel libro, il premier egiziano <a href="http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/sadat.htm">Sadat</a>. </div>
<div style="text-align: justify;">
Eh già, tutto ci sembra enfatizzato in questo breve romanzo, sta di fatto però che Sadat verrà assassinato il 6 ottobre del 1981, neanche un anno dopo l'uscita di questo libro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<em>Cash: All'Assalto di New York</em>, Gerard Cambri, Collana Segretissimo n. 900, Mondadori, 1981</div>
<em></em><br />Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-26058285138425112252013-04-26T21:18:00.001-07:002013-05-03T22:32:11.098-07:00Digressioni # 4: Visto Iron Man 3 per Movie for Kids<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSKVMzzzYDW08wdtp28xTcIVlFoZz6FLhBg-22AbNKQPpGYsHQkmGtdmMqlDsRLA-IHJ-Qjs61wZnovvEzzH_XUu5jETh8m6aPCF57jVGowz9hkt-wLJRt8Z2sSbG5u7h6yCMxOaEfNeHT/s1600/iron_man_3_downey_jr_paltrow.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" lwa="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSKVMzzzYDW08wdtp28xTcIVlFoZz6FLhBg-22AbNKQPpGYsHQkmGtdmMqlDsRLA-IHJ-Qjs61wZnovvEzzH_XUu5jETh8m6aPCF57jVGowz9hkt-wLJRt8Z2sSbG5u7h6yCMxOaEfNeHT/s320/iron_man_3_downey_jr_paltrow.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.movieforkids.it/recensione/iron-man-3-un-eroe-anche-per-le-ragazze/7564/">Movie for Kids</a> è un nuovo magazine on line dell'Editoriale Duesse dedicato al cinema per ragazzi. Il progetto nasce da una costola di Best Movie, uno dei magazine di cinema più noti del settore, del quale abbiamo già parlato per altre digressioni cinematografiche. La caratteristica di Movie for Kids è che le recensioni non sono solo dedicate agli under 18 ma sono realizzate esclusivamente da giornalisti genitori insieme ai loro figli, interviste inedite ai divi italiani che raccontano come si districano tra carriera e figli, e soprattutto le schede dei film muniti dell’esclusiva MovieEco, una tabella che indica il grado di violenza, sesso, paura e volgarità presente nei film, ma anche l’età consigliata e il fattore Artax, (ispirato al cavallo de La storia infinita), indice del livello di drammaticità che emerge dalla visione.</div>
<div style="text-align: justify;">
La mia collaborazione con Movie for Kids è iniziata <a href="http://www.movieforkids.it/recensione/iron-man-3-un-eroe-anche-per-le-ragazze/7564/">con l'anteprima del film Iron Man 3</a> visto con mia figlia Valentina. </div>
<div style="text-align: justify;">
E New York c'entra qualcosa? Beh, chi è stato se non Iron Man e i suoi colleghi Vendicatori a salvare la Grande Mela in <em>Avengers</em>? </div>
Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-56992409372402956712013-03-26T13:52:00.002-07:002013-03-27T22:46:00.596-07:00Romanzi a New York # 102: New York 1916<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2dgJcR7ZK_ugAxPp12D61mCtuZn7bEs_eRGIlVwbkNS0nNFPDGal2l8z910VQHaVm2kh2YZnYn4FR4jzSkRR4uIEh26tZno-Cr4kYm50A7ihpY9bCiOuiNx0fP8BGtwPYIZxtBO1AtTCG/s1600/colin_1916.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><br /></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2dgJcR7ZK_ugAxPp12D61mCtuZn7bEs_eRGIlVwbkNS0nNFPDGal2l8z910VQHaVm2kh2YZnYn4FR4jzSkRR4uIEh26tZno-Cr4kYm50A7ihpY9bCiOuiNx0fP8BGtwPYIZxtBO1AtTCG/s1600/colin_1916.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2dgJcR7ZK_ugAxPp12D61mCtuZn7bEs_eRGIlVwbkNS0nNFPDGal2l8z910VQHaVm2kh2YZnYn4FR4jzSkRR4uIEh26tZno-Cr4kYm50A7ihpY9bCiOuiNx0fP8BGtwPYIZxtBO1AtTCG/s1600/colin_1916.jpg" /></a><br />
I primi anni del 900 sono - e saranno per quanto mi riguarda - il periodo più affascinante della storia di New York City e la scelta della scrittrice <a href="http://www.beatricecolin.co.uk/">Beatrice Colin</a>, nata a Londra, cresciuta in Scozia e newyorkese d'adozione, di ambientare <em>New York 1916</em> (<em>The Songwriter</em>) in quegli anni è una delle armi vincenti di una storia già di per sè intensa, densa di situazioni e di sentimenti. Sono anni di crescita esponenziale. La città sale con i suoi grattacieli e tutto cambia, si sviluppa e si evolve in tempi rapidissimi. Arte, musica, scienza, tutto viaggia a cento all'ora per citare una velocità da record per quegli anni. <br />
<div style="text-align: justify;">
Nel 1916 in Europa siamo nel pieno di quella guerra che sta per diventare Mondiale, mentre a Manhattan si balla, si beve, si scrive, si costruisce, si inventa e si compone. </div>
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A New York il cuore della vita artistica è un triangolo di vicoli a Manhattan chiamato <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Tin_Pan_Alley">Tin Pan Alley</a>, dove agenti teatrali, produttori, sale da concerto e da vaudeville popolano quello che per gli amanti della musica è ben più che un luogo fisico: è l'adrenalina di dieci, venti, trenta pianoforti che suonano contemporaneamente, è il ruggito delle macchine da stampa che sfornano pagine e pagine di spartiti al minuto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<em>New York 1916 ("The Songwriter")</em> è un libro dove i tanti avvenimenti, sono tutti ben intrecciati e narrati. Razze, lingue ed etnie si mescolano secondo i dettami di quel <em><a href="http://pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/m/m133.htm">melting pot</a></em> che diverrà un elemento di forza dell'America, provocando tempeste sentimentali e non solo. Tre vite scorrono parallele nella città che non dorme mai. La ballerina Suzette (che è anche Inez Kennedy) vive New York e la città non le regala un ingaggio, ma un amore, quello di Monroe (che è anche Andreij). Lei si mantiene facendo
l'indossatrice di abiti per un grande magazzino borghese e lui è un venditore di canzoni ebreo che vive per la musica:<em> "gli piaceva immaginare che persino il battito del suo cuore fosse prodotto da un martelletto che colpiva una corda"</em> . E poi c'è Anna, raffinata intellettuale russa in fuga dal regime.</div>
<div style="text-align: justify;">
C'è tanta musica in New York 1916, una musica che esalta le emozioni e sottolinea i tanti punti di vista ai quali viene sottoposto lo sguardo del lettore. </div>
<div style="text-align: justify;">
<em>"La vita è una serie di splendidi momenti inaspettati. Se questa fosse musica, si disse fra sé, sarebbe jazz."</em></div>
<div style="text-align: justify;">
I destini di queste tre persone si incroceranno ai destini di molti altri, legati tutti da un filo invisibile (...o quasi), che attraversa la trama, a volte la avvolge, altre la libera, quasi la strattona. Su tutto aleggia l'amore e ciò che ne consegue: la sua difesa, la speranza, la conquista, la lotta contro le avversità. </div>
<div style="text-align: justify;">
La Colin riesce sempre, mettiamoci anche un "quasi" per critico pudore, nell'intento, non facile, di non risultare smielata e di raccontare strade, volti, odori suoni e colori di un'epoca straordinaria di New York City, quella che ammiriamo in quelle cartoline ricolorate a mano, con le bandierine aggiunte sui grattacieli, le signorine con l'ombrellino e i lunghi vestiti e i biplani o i dirigibili dipinti sullo sfondo dei grattacieli.<br />
<em>New York 1916</em>, Beatrice Colin, Neri Pozza Editore, 2011</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-84837543970560421232013-03-24T08:42:00.002-07:002013-03-25T11:04:39.634-07:00Romanzi a New York #101: Pieno Giorno<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3N0WmkAXvNDB8nlM85EW8VBaTL1rS5J6uf5uUqn6loIogzn6ToHPtI-OCeveP8xhj4IADNFIlQJtPV949E28mngpjQAooS9X0tZQ8m1Kuycu4Rk_ugLGIeKywA6uVElrQsuXjpnHHlhjz/s1600/Pieno_Giorno.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3N0WmkAXvNDB8nlM85EW8VBaTL1rS5J6uf5uUqn6loIogzn6ToHPtI-OCeveP8xhj4IADNFIlQJtPV949E28mngpjQAooS9X0tZQ8m1Kuycu4Rk_ugLGIeKywA6uVElrQsuXjpnHHlhjz/s320/Pieno_Giorno.jpg" width="197" /></a><br />
Uno dei maggiori successi editoriali del 2011 è stato <em><a href="http://www.einaudi.it/libri/libro/andre-agassi/open/978880620726">Open</a></em>, autobiografia del tennista André Agassi ancora richiestissima ed elevata a caso letterario, grazie anche al lavoro di un ghost writer che poi tanto fantasma non é: tutti oramai sanno che si tratta di John Joseph "J.R." Moehringer, newyorkese classe 1964, ex fattorino del New York Times, corrispondente del Los Angeles Times e, nel 2000, vincitore di un premio Pulitzer e residente a Denver nel Colorado. Il suo ultimo romanzo, <em>Pieno Giorno</em> ("<em>Sutton</em>"), racconta la storia del rapinatore di banche Willie Sutton che alla vigilia di Natale del 1969 viene rimesso in libertà dalla prigione di Attica, cittadina dello stato di New York, la cui prigione nel 1971 fu teatro di <a href="http://www.democratandchronicle.com/section/attica01">una sanguinosa rivolta</a>. <em>Pieno giorno</em> ripercorre il Natale del 1969 e attraverso gli spostamenti di Sutton insieme a un fotografo e un giornalista ci propone la sua versione di ciò che accadde nei sessantotto anni precedenti. La scrittura di Moehringer, acclamata dalla critica nostrana e internazionale, accelera e rallenta, con un ritmo sincopato e coinvolgente. I dialoghi sono sferzanti, il protagonista si diverte a fornire versioni discordanti al fotografo e al giornalista che lo seguono. Sutton è un criminale anomalo, ha sete di cultura: <em>"Quella di Sutton è l’unica cella di Attica con dentro Dante, Platone, Shakespeare, Freud. No, Freud gliel’hanno confiscato. Ai prigionieri non è permesso tenere libri di psicologia".</em> E' un è non violento, accusa le banche di tutti i mali del mondo e la punizione che hanno attraverso le sue rapine è più che giusta. Il protagonista è di Brooklyn ed è lì che albergano i suoi ricordi le sue emozioni: <em>"Willie Sutton dovrebbe potersi sedere di nuovo in Prospect Park, a guardare le anatre, o andare da Nathan a mangiare un hot dog, o chiamare la sua ragazza di un tempo per invitarla a bere qualcosa".</em><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="http://www.prospectpark.org/">Prospect Park</a> è stato disegnato dagli stessi architetti Central Park, Frederick Law Olmsted e Calvert Vaux, e venne inagurato nel 1867, poco dopo l'apertura del parco più famoso del mondo. Prospect Park è un grande spazio verd tranquillo, vissuto da famiglie e ragazzi che fanno sport, poco visitato dai turisti ma ugualmente ricco di storia e di luoghi curiosi da visitare.</div>
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Sutton racconta la sua vita, le sue fughe riuscite e non, spiazza i coprotagonisti del romanzo, spiazza anche i lettori e per questo conquista, cattura l'attenzione sin dalla prima pagina: </div>
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<em>"Sta scrivendo, quando vengono a prenderlo. Seduto alla scrivania in ferro, chino su un bloc-notes giallo, parla a se stesso e a lei - a lei, come sempre.</em></div>
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<em>Per questo non li vede, fermi davanti alla porta. Finché non sente il suono dei manganelli sulle sbarre."</em></div>
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A forza di ricordi, di versioni ogni volta diverse, di ammissioni e reticenze alla fine si resta conquistati da questo romanzo dalle molte chiavi di lettura, intriso di supnti e riflessioni sulla concezione del tempo, le illusioni della vita, il significato di libertà, la commistione tra realtà e finzione (non a caso il rapinatore si fa chiamare <em>"l'attore"</em>). E Manhattan è il teatro dell'azione, il palcoscenico.</div>
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<em>"Le guardie riportano Sutton in ufficio. Un impiegato gli stacca due assegni. Uno di 146 dollari, la paga per diciassette anni di lavori vari in prigione, al netto delle tasse. Un altro di 40 dollari, il costo di un biglietto dell’autobus fino a Manhattan."</em></div>
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<em>Pieno Giorno</em>, J.R Moehringer, Piemme, 2013</div>
Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-9178183112850058292013-03-17T00:00:00.002-07:002013-03-17T02:18:55.163-07:00Romanzi a New York #100: La Mia Battaglia da New York<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjc-wL1548HSO5qoWTxu-C7HZK0Mzd-hy60o4_qfvt2tLD6ayY-VIfLWjMS_0VdMbRVT2km9H1wWCw85pBrMZ37TA-HCb_bxoB7VAPtG9zflC448AebCvsu5aitobYyv369hwiyQ9AfJpw1/s1600/Sturzo_NY.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjc-wL1548HSO5qoWTxu-C7HZK0Mzd-hy60o4_qfvt2tLD6ayY-VIfLWjMS_0VdMbRVT2km9H1wWCw85pBrMZ37TA-HCb_bxoB7VAPtG9zflC448AebCvsu5aitobYyv369hwiyQ9AfJpw1/s320/Sturzo_NY.jpg" width="211" /></a></div>
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<br /></div>
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Cari amici newyorkofili, arrivato al centesimo post ho pensato a lungo a quale titolo dedicare questo piccolo traguardo. Potevo scegliere un best seller, oppure una novità pescata magari tra uno dei tanti romanzoidi clonati da <a href="http://romanzianewyork.blogspot.it/2010/11/romanzi-new-york-5-colazione-da-tiffany.html">Colazione da Tiffany</a>, ma anche un thriller metropolitano, un classico del '900, un titolo fantascientifico... ma alla fine ho tirato fuori un libro acquistato un paio d'anni fa su una bancarella di libri d'antiquariato. Un libro importante, un diario politico e accorato di una delle figure più emblematiche della nostra storia, un uomo che ha legato la propria esistenza alla Religione e alla Politica, due temi che mai come in questi giorni sono d'attualità: <a href="http://www.sturzo.it/">Don Luigi Sturzo</a>.</div>
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Don Luigi Sturzo (1871-1959) è stato sacerdote e fondatore del Partito Popolare Italiano. Nel 1923, durante il congresso del partito in corso a Torino si schierò contro il fascismo di Mussolini, con la conseguente uscita dei ministri cattolici dal governo del dittatore che lo definì "sinistro prete". Don Sturzo, osteggiato anche dagli ambienti vaticani, decise di lasciare gli incarichi di partito e si rifugiò all'estero, prima a Londra, poi a Parigi e infine a New York.</div>
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<i>"Arrivai a New York il 3 ottobre del 1940 in difficili condizioni di salute, nè in quel momento avevo un'idea di quel che potevo o dovevo fare. Ero convinto che la guerra sarebbe stata assai lunga e non credevo che io potessi vivere tanto da vederne la fine. Avevo l'impressione di una catastrofe nella quale l'Italia con l'Europa tutta venivano rovinate. Il mio stato d'animo era quasi di rimorso di aver lasciato l'Europa per andarmi a rifugiare in America, allora paese neutrale, che molti credevano non disposto a intervenire".</i></div>
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Il libro alterna approfondimenti politici a riflessioni personali ed è una illuminante testimonianza di un uomo che vive il periodo più difficile dell'Italia lontano dalla sua patria: Sturzo perora la causa dell'Italia e degli Italiani lontano dalla sua terra, costretto com'è stato ad andarsene via, ma con la volontà di testimoniare e documentare l'esistenza di un Italia migliore, da salvare e sostenere. Il sacerdote conduce la sua battaglia con l'arma migliore che ha in dotazione, la scrittura. Lucida, intelligente, argomentata, che dà vita a una serie di articoli e lettere pubblicati sul <a href="http://www.nytimes.com/top/reference/timestopics/people/m/benito_mussolini/index.ctx?query=STURZO,%20L&field=per&match=exact">New York Times</a> e vari periodici.<br />
La considerazione dell'Italia vista da parte di coloro che prima di diventare nostri alleati e liberatori ci hanno bombardato non era sempre benevola.</div>
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<i>"L'Italia</i> - scrive Don Sturzo per un articolo pubblicato su <i>Review of Politics</i> nel gennaio del 43 -<i> è per molti un incognita, poco compresa durante il periodo della non belligeranza, poco studiata dalla sua entrata in guerra ad oggi, spesso svalutata nel suo contributo militare, ignorata come importanza politica, trascurata nei piani di ricostruzione europea".</i></div>
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L'impegno del sacerdote nel far conoscere agli alleati americani, ma anche agli inglesi, un'Italia diversa da quella legata al carro della Germania di Hitler è profondo, vissuto anche in maniera intima ed emotiva come si evidenzia nella parte diaristica che intervalla gli articoli e i resoconti politici. </div>
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L'autore nella sua battaglia non si risparmia, risponde punto su punto ai giornalisti americani non sempre benevoli nei nostri confronti, lancia proposte, propone dibattiti, affronta questioni internazionali, sempre con grande acume intellettuale con un occhio critico anche su quell'America che lo ha accolto.</div>
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<i>"Non può dirsi certo che l'assimilazione sociale sia completa in tutti gli Stati; ci sono ancora razze preferite e razze discriminate (per non parlare della situazione dei negri)". </i></div>
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Un libro prezioso, un documento storico da studiare e che si legge con sorprendente scorrevolezza, a riprova della grande capacità comunicativa e divulgativa del sacerdote di Caltagirone che tornerà in Italia nel 1946. Nel 1952 sarà nominato senatore a vita, ma non aderirà alla Democrazia Cristiana, preferendo sedersi nei banchi del Gruppo Misto.</div>
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<i>La Mia Battaglia da New York</i>, Don Luigi Sturzo, Garzanti, 1949</div>
Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-68819736507275537692013-02-17T00:54:00.004-08:002013-02-17T07:25:18.122-08:00Romanzi a New York #99: Un Uomo Vivo<div style="text-align: justify;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCPh1li0MYm_f2zs1ubmzNowBPfpFaO2njoHhW4k3IjlFOMmwN08U-5SPRNScdGE5Drw0YgYeHTKU3oTcOt4gw8bMkOiImclM7B7m9IRCqFWqlWTXjC1GUl5HsUDLzQTL2bCCh1La3LxCp/s1600/un_uomo_vivo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCPh1li0MYm_f2zs1ubmzNowBPfpFaO2njoHhW4k3IjlFOMmwN08U-5SPRNScdGE5Drw0YgYeHTKU3oTcOt4gw8bMkOiImclM7B7m9IRCqFWqlWTXjC1GUl5HsUDLzQTL2bCCh1La3LxCp/s320/un_uomo_vivo.jpg" width="224" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Il <em>Romanzo per Tutti</em> era una collana quindicinale nata nel 1945 quale naturale seguito della più antica <em>Il Romanzo Mensile</em>, fondata nel 1903.<br />Realizzata in carta povera, assimilabile a quella dei romanzi <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Pulp_(genere)">pulp</a> d'oltreoceano, con il testo arricchito dalle illustrazioni di Tonelli, autore anche della bella copertina, ha proposto storie d'amore, feuilleton, gialli e qualche escursione nel fantastico. La veste grafica era molto popolare, le pagine erano infarcite di barzellette, giochi enigmistici, aneddoti, storielle umoristiche e pubblicità vere ma ancor più umoristiche, come quella del <em>"Tonico Martinazzi BETA, l'aperitivo radioattivo"</em> che promette <em>"vita sana, vita lunga, vita lieta",</em> perché <em>"è nota la longevità degli abitanti di luoghi fortemente radioattivi".</em> </span><br />
<span style="font-family: inherit;">Tra i vari autori si segnalano nomi di spicco della letteratura mondiale (<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Guy_de_Maupassant">Guy De Maupassant</a>, <a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=1963079025452743623#editor/target=post;postID=7947678188225458327">Georges Simenon</a>, <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Dashiell_Hammett">Dashiell Hammett</a>, <a href="http://www.sherlockholmesonline.org/">Arthur Conan Doyle</a>, nonché <a href="http://romanzianewyork.blogspot.it/2012/04/romanzi-new-york-85-nero-wolfe-non.html">Rex Stout</a> e il suo Nero Wolfe, protagonista di <em>Un Uomo Vivo (A Man Alive)</em>, pubblicato negli Stati Uniti nel 1947.<br /><em>Un Uomo Vivo</em> esce in Italia con il n. 4 dell'annata 1952 e ci porta dentro il mondo della moda newyorkese dell'epoca. Protagonista della vicenda è la modella, anzi indossatrice come si diceva un tempo, Cinthia Nieder, nonché ereditiera e talentuosa disegnatrice di modelli che si rivolge al detective dopo aver visto, o creduto di vedere, lo zio defunto tra il pubblico di una sfilata.<br />Ed è così che Nero Wolfe e il fidato Archie Goodwin, si ritrovano a dipanare un curioso enigma costellato di presunti suicidi, falsi omicidi e veri cadaveri.<br />Su tutto aleggia l'atmosfera del mondo della moda del dopoguerra, con le sfilate <em>"all'edificio n. 496 della settima Avenue"</em> , (siamo <a href="https://maps.google.com/maps?q=496+7th+Ave,+New+York,+10018&hl=en&ll=40.752593,-73.989192&spn=0.003369,0.003031&client=firefox-a&channel=rcs&geocode=FQDWbQIdwgKX-w&hnear=496+7th+Ave,+New+York,+10018&t=m&z=18">da queste parti</a>), precisamente al dodicesimo piano. <br />Stout è un ottimo osservatore del mondo che lo circonda, spesso i suoi romanzi scavano nel mondo del business, del commercio e dell'impresa, perché dove c'è denaro spesso ci scappa il morto e le sue ambientazioni vanno oltre la scenografia del delitto. Inquadrano un'epoca, descrivono interi mondi con poche ed efficaci descrizioni, o con qualche battuta pronunciata dai comprimiari di turno.<br />Ed ecco, quindi, la sfilata: <em>"Quello splendido esemplare di ragazza salì sulla piattaforma, venne al limitare anteriore, nel camminare mostrando il suo eccellente addestramento, poi allargò le mani sui fianchi e disse, con voce chiara e amabile: "seicentoquarantadue". Il seicentoquarantadue era un abito a giacca che sembrava di lana e suppongo lo fosse, di un colore indefinibile come quello di un acero di ottobre."</em>Questo accadeva nella fashion avenue di cinquanta anni fa. Tra un delitto e l'altro, ovviamente. <br />Senza aggiungere ulteriori informazioni sulla trama (è un giallo e quindi meno si dice meglio è) chiudo con una notazione sulla casa di Nero Wolfe. </span><br />
<span style="font-family: inherit;">Qui, a differenza di molti altri romanzi con il detective panciuto appassionato di orchidee e buona tavola, viene riportato per esteso l'indirizzo della sua abitazione, da dove risolve tutti i casi senza mai (o quasi) uscire:<em> "n. 924 della trentacinquesima strada, lato Ovest."</em> Ora, nel momento in cui scrivo, se vi fate una passeggiata virtuale <a href="https://maps.google.com/maps?q=924+35th+street,+New+York,&layer=c&z=17&iwloc=A&sll=40.756426,-74.001482&cbp=13,184.2,0,0,0&cbll=40.756519,-74.001473&hl=en&ved=0CAoQ2wU&sa=X&ei=3aAgUaX_L4r1iQbPsoCwBA">con Google Maps</a>, la zona è tutto un cantiere e della palazzina in arenaria del detective, di pura fantasia o ispirata a una costruzione esistente che fosse, comunque non c'è traccia. Anzi, a dirla tutta, dubito persino dell'esistenza di un civico n. 924...<br /><em>Un Uomo Vivo</em> è noto in Italia anche con il titolo <em>Lunga Vita al Morto</em>, con il quale è stato ripubblicato da Mondadori nel 1983 nella raccolta omonima di racconti brevi e nel 2007 nella serie <em>I Classici del Giallo Mondadori</em> n. 1158.<br /><em>Un Uomo Vivo</em>, Rex Stout, Rivista Quindicinale de Il Corriere della Sera, 1952</span></div>
Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1963079025452743623.post-46265471945386537392013-02-10T02:25:00.003-08:002013-03-17T00:21:17.742-07:00Romanzi a New York #98: Il Colosso di New York<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIkMqeAkFRBxHrYNUekoHX1dMJDCnvq2iTB1dZARfzqkvK7V4j2GWVT6Kj-CaIiKxid7tIPNRUF5Sp_B39hXp6BOBo5Og-f65Pe9Nf6sU-SqXf09Gj-K7h0xx3YggX2QNcg0NKnAAiafRq/s1600/colosso_newyork.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIkMqeAkFRBxHrYNUekoHX1dMJDCnvq2iTB1dZARfzqkvK7V4j2GWVT6Kj-CaIiKxid7tIPNRUF5Sp_B39hXp6BOBo5Og-f65Pe9Nf6sU-SqXf09Gj-K7h0xx3YggX2QNcg0NKnAAiafRq/s320/colosso_newyork.jpg" width="222" /></a></div>
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Ci sono libri che non sono solo romanzi ambientati a New York ma rappresentano un inno alla Grande Mela o, per dirla in termini jazzistici, una jam session con i suoi assoli, dove al posto degli strumenti ci sono i quartieri, i luoghi, gli ambienti di questa straordinaria città. <a href="http://www.colsonwhitehead.com/Home/Home.html">Colson Whitehead</a>, classe1969, è uno degli autori afroamericani di spicco della metropoli che dopo romanzi come<em> L'intuizionista</em> e <em>John Henry Festival</em> sceglie come protagonista la sua città dedicandogli 13 capitoli che attraversano la city con sensazioni e parole sui Limiti della Città, Times Square, la Metropolitana, Broadway, Coney Island, NewYork nella pioggia, Central Park, NewYork al Mattino, all'Ora di Punta, Times Square, il Ponte di Brooklyn, la <a href="http://www.panynj.gov/bus-terminals/">Port Authority</a> e i suoi autobus (<em>"Scendono curvi dall'autobus ed è evidente che in un modo o nell'altro sono senza soldi. Altrimenti sarebbero arriuvati qui in modo diverso."</em>), Downtown e, infine, l'Aereoporto JFK. </div>
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Il Colosso di New York (<em>The Colossus of New York</em>) è un cantico, un atto d'amore, ma anche un saggio di critica e arguta osservazione, il tutto raccontato con i ritmi e la passione di un romanzo dotato di un protagonista indimenticabile: la città.</div>
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<em>"Non importa da quanti ci abiti, sei un newyorkese la prima volta che dici: Là c'era Munsey's, oppure: Lì una volta c'era la Tic Toc Lounge. E prima che si insiediasse l'internet café, qui ti facevi risuolare le scarpe.</em>"</div>
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Lo sguardo di Whitehead sulla città suona ancora attuale nonostante il libro sia del 2004 e a New York City, si sa, 9 anni possono costituire un'eternità. L'autore osserva la gente, la studia, la segue con una attenta distrazione: <em>"I turisti scoprono cose che lui dà per scontate. Torturano le loro guide e discutono, dicono: Siamo già passati di qui, girano in tondo come i migliori veterani. In questa città si finisce sempre nelpunto da cui si è partiti".</em> </div>
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L'autore, che ha appena completato il suo nuovo romanzo<em> Zone One</em>, non è sempre tenero con la sua città, ma è la sua città; e benché non manchino ritratti di disagio sociale e situazioni di parafelicità, trattate con buona dose di ironia, quello che ne esce è comunque un quadro seducente delle streets, dei parchi, dei locali, dei lunghi marciapiedi, dei ponti maestosi. Whitehead provoca la visione della città, getta il seme per riflettere attraverso le possibili prospettive dello sguardo del narratore ma anche del lettore.</div>
<div style="text-align: justify;">
<em>"Fermiamoci un attimo per farci piccoli davanti a questa skyline imponente. Tanti edifici arroganti, è come trovarsi alla fiera della stupidità. Forse la riconosci perché l'hai vista sui manifesti o alla televisione. Sembra un set cinematografico, un falso fronte industriale. Dietro le facciate scintillanti, compensato e barattoli di vernice."</em></div>
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Il Colosso di New York è un libro da cercare e riscoprire, un punto di vista inedito e personale che deve trovare il suo posto in ogni libreria newyorkese che si rispetti, dove ogni tanto andare a rileggere qualche frase, qualche secca ma efficace definizione: <em>"Questa città è il premio per tutto ciò che ti permetterà di ottenere e il castigo per tutti i crimini che ti costringerà a commettere."</em></div>
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<em>Il Colosso di New York, </em>Colson Whitehead, Mondadori Strade Blu, 2004</div>
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Francesco Argentohttp://www.blogger.com/profile/07618660905591361422noreply@blogger.com